Madagascar2: quattro newyorkesi a spasso nella savana

Ritorno in grande stile della ciurma di Madagascar sulle note di “Mi piace se ti muovi”, leitmotiv del primo capitolo in cui avevamo lasciato gli strampalati abitanti dello zoo di New York alle prese con la natura selvaggia dell’isola e una tribù di lemuri, scatenati amanti di feste e divertimenti. E dopo aver spopolato nei botteghini di mezzo mondo, Alex il leone da spettacolo, Marty la zebra logorroica, l’ippopotamo sexy Gloria e Melman la giraffa ipocondriaca tentano il ritorno a casa guidati dal gruppo di pinguini, promossi a coprotagonisti dopo il successo riscosso nel primo episodio nel ruolo di personaggi spalla. Spetta a loro riparare lo sgangherato veicolo volante che dovrebbe riportare tutti a casa. Peccato che il catorcio regga giusto il tempo di catapultarli nella savana più selvaggia, in cui ciascuno dovrà fare inesorabilmente i conti con le dure origini della propria specie. E ad Alex è riservata la sfida più impegnativa: scopertosi figlio del leone alfa del gruppo dovrà sopravvivere allo stress dell’incontro con i ritrovati genitori e al carico di aspettative che ne scaturisce.

“Alex non dà certo il meglio di sé quando è costretto a fare qualcosa” spiega Ben Stiller, a Roma insieme al produttore Jeffrey Katzenberg e a parte del cast per presentare il film DreamWorks. “Lui è prima di tutto un newyorkese che presenta tutti i modi di fare e le reazioni di un uomo che affronta quotidianamente la metropoli” – ha continuato l’attore, fin dal primo episodio voce originale del leone e grande amico della zebra Marty, che ha invece accento e movenze di Chris Rock, mentre per l’Italia a ricoprire gli stessi ruoli saranno Ale&Franz. E proprio nell’amicizia profonda tra due esemplari di specie diverse è contenuto, secondo Stiller, il messaggio che la pellicola vuole dedicare ai più piccoli: non è necessario somigliare ad una persona per esserle amico. Un film, dunque, maggiormente concentrato sulle emozioni e sui rapporti affettivi tra i personaggi che, secondo Rock, sono questa volta più complessi: “Dopo aver affrontato nel primo Madagascar questioni primarie come il dormire o il mangiare, ora si trovano di fronte a cose più piccole e quotidiane. E, come avviene nella società contemporanea, questo è il momento giusto per sviluppare ogni nevrosi”. Marty ad esempio è convinto che l’esperienza più divertente possa essere scorazzare in mezzo a un branco di esemplari della sua specie, con cui condividere gusti e interessi. Di fronte a centinaia di zebre che si comportano come lui però avrà un esaurimento nervoso con tanto di crisi d’identità. “E’ come se i tuoi migliori amici iniziassero a comportarsi, vestirsi e parlare esattamente come te”, spiega Rock, “all’inizio può sembrare lusinghiero ma alla lunga diventa decisamente irritante”.

E per organizzare al meglio un nuovo tentativo di ritorno allo zoo di New York, Alex, Marty, Gloria e Melman hanno tempo fino al 2011, anno in cui uscirà il terzo Madagascar, questa volta in tecnologia 3D, come annunciato da Jeffrey Katzenberg che ci tiene a sottolineare quanto le nuove frontiere tecnologiche vadano considerate non come una semplice sfida ma come una vera opportunità: “Il tridimensionale è la rivoluzione di questo secolo che darà agli spettatori l’occasione unica di prendere veramente parte ai film”. Diretto da Eric Darnell e Tom McGrath, già autori del primo capitolo, Madagascar 2 esce il 19 dicembre in 650 copie Universal.