Nella grande offerta di blockbuster natalizi (da Spider-Man: un nuovo universo, al ritorno di Mary Poppins, passando per Aquaman e lo spin-off di Transformers Bumblebee) spicca anche Macchine Mortali, tratto da una serie di romanzi young adult – quattro romanzi standard e altri quattro scritti dopo come prequel, da Philip Reeve – con ambientazione steampunk e prodotto nientemeno che da Peter Jackson.
Alla base ci sono concetti surreali come megalopoli predatrici in movimento e piccole città mobili (tutte chiamate ‘trazioniste’), in un mondo, tra conquiste e deportazioni, sempre più spogliato di risorse; società classiste nelle quali i reperti ‘archeologici’, dai vecchi smartphone ai Minions, sono nei musei ma acquistano valore solo quelli che permettono di costruire nuove armi. L’anno è il 3718, tra tecnologia futuristica ed elementi del passato. Il regista è Cristian Rivers e la distribuzione è Universal.
Di Jackson, Rivers è stato a lungo collaboratore, il regista neozelandese ha acquistato i diritti del libro nel 2009 e dopo aver pensato a lungo di dirigere il film, ha preferito limitarsi ai ruoli di co-sceneggiatore e co-produttore. La storia riecheggia molti capisaldi fantasy e della fantascienza, da Frankenstein a Star Wars, tra padri indegni, figlie ribelli e potentissime armi da distruggere, da Blade Runner a Terminator, passando per Mad Max. Nel cast il duo di giovani protagonisti, Hera Hilmar e Robert Sheehan con Hugo Weaving, la rivelazione Jihae, Leila George, Ronan Raftery e Stephen Lang.
Questa storia post-apocalittica, ambientata oltre 1600 anni dopo la guerra globale (detta ‘dei 30 minuti’) che ha annientato l’umanità e sconvolto la geografia dei continenti, è stata scritta nel 2001, eppure oggi, in tempi di ‘Brexit’, suona ironica e molto attuale, dato che nel film la potentissima Londra, con tutti i propri simboli in bella mostra, dai leoni di Nelson alle cabine telefoniche rosse, ha lasciato la Gran Bretagna per trasferirsi in un’Europa sempre più spoglia dove le città mobili da arpionare ‘ingurgitare’ e spogliare di ogni risorsa, sono sempre meno.
Il film non ha particolari guizzi, ma non mancano altri richiami alla realtà odierna, e Jackson ne ha fatto aggiungere uno ulteriore solo poche settimane fa, introducendo fra le istruzioni audio impartite ai profughi deportati a bordo di Londra, l’annuncio ‘I bambini potrebbero essere momentaneamente separati dai genitori’, per evocare ciò che sta succedendo negli Usa per la guerra di Trump all’immigrazione clandestina: “Stavamo lavorando al mixing audio e arrivavano quelle notizie orribili su quanto succedeva al confine (Usa-Messico), così abbiamo pensato di aggiungere quel voiceover – ha spiegato Jackson a Uproxx -. Eravamo molto molto arrabbiati e in questo modo volevano dare il nostro commento”. Mondadori, che ha pubblicato il primo volume della saga nel 2004, ne ha fatta uscire una nuova edizione a cui farà seguire nel corso del 2019 gli altri tre volumi.
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