”Basta con i pregiudizi, adesso si va alla verifica attiva. Tra 24 ore finalmente la parola passa ai film. E io non vedo l’ora”. Marco Müller alla vigilia dell’inaugurazione della 62/a Mostra risponde alle critiche mosse al programma: ”Non ho rimpianti sul programma. L’unico rimpianto è di non essere stati abbastanza chiari e propositivi nel difendere la programmazione. Alcuni hanno già espesso un giudizio definitivo su questo festival senza neanche avere iniziato a vedere i film”.
Si è detto che è una Mostra con troppo cinema orientale. ”Ma non è vero – risponde Müller – in concorso ci sono un film cinese e uno sudcoreano e fuori concorso due film giapponesi e uno hongkongese. Dov’è questa supremazia asiatica? Tra l’altro ogni volta che l’accusa viene fatta è condita da un bel po’ di razzismo perché un regista cinese non è la stessa cosa di un regista giapponese, esattamente come un regista italiano non è lo stesso di un tedesco o di un francese”.
Mentre sulla supremazia americana replica così: ”Chi mi ha accusato di aver regalato la Mostra agli americani sta barando della grossa. Il nostro dialogo prioritario è rimasto quello con la parte più viva del cinema Usa, con gli autori più singolari e questo permette di intederci meglio anche sulle questioni di calenderio e di orario dove vi assicuro che non l’hanno fatta da padroni”.
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La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
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