Müller e Croff, il giorno dopo


Con il Lido in smobilitazione totale, Croff e Müller non rinunciano all’incontro informale con i giornalisti negli uffici di un Palazzo del cinema che ormai è stato dichiarato ufficialmente insufficente. Già, perché nonostante il bilancio sostanzialmente positivo, sulla Mostra si addensano le nubi nera della concorrenza di Roma e delle infrastrutture deboli.

La giuria. Il verdetto esalta le diverse componenti del festival. Se ho fatto pressioni sulla giuria? Mica sono de Hadeln! Nessun premio è stato all’unanimità, però la discussione è durata meno di quattro ore. Giurati come Claire Denis e Amos Gitai non sono tipi che soggiacciono al volere di Dante Ferretti. (Müller)

I fischi. Il problema fischi non è esistito. Un solo film, quello di Faenza, è stato maltrattato da una parte della sala, ma non parlerei di complotto né di franchi tiratori. (Croff)

I numeri. Abbiamo avuto 15.000 presenze giornaliere, 8.000 accreditati di cui 2.500 stampa con un incremento della stampa estera del 10% circa. Vogliamo che cresca ancora in futuro. (Croff)

L’organizzazione. Non c’erano code perché finalmente c’era ordine. Le misure di sicurezza hanno imposto disciplina al pubblico. Ci sono stati ritardi minimi, massimo 10 minuti. Credo che l’organizzazione sia stata impeccabile. (Croff)

Americani. Siamo riusciti a convincerli a disporre i film per tutto l’arco della Mostra e non solo nel week end. Prima arrivavano a Venezia, stavano due giorni e poi partivano per Toronto. Oggi non succede più. (Müller)

Italiani. I due film italiani dell’anno per me sono Manuale d’amore e Quo vadis, baby? Non vedo capolavori nascosti. E voi? (Müller)

Stile. Bellocchio ha vinto l’Osella e si è offeso. Clooney ha vinto lo stesso l’Osella e ha ringraziato. Si vede che con lui c’è un rapporto franco e sincero. (Croff)

Huppert. Il Leone speciale alla Huppert non è un risarcimento per la Coppa Volpi mancata. Isabelle ha vinto la Coppa Volpi già due volte, anche se condividendola una volta con Shirley MacLaine e l’altra con Sandrine Bonnaire.

 

Gheddafi. La festa dei Gheddafi è stata un po’ vistosa ma se la sono pagata loro. Se vorranno entrare nel finanziamento del Palazzo del cinema, vedremo. Del resto la Libia fu azionista della Fiat. (Croff)

Roma. Posso dirlo? Roma non ha Müller. Se esiste un rapporto fiduciario con Venezia di artisti, produttori e distributori, un festival che comincia da zero che può fare? Venezia ha 72 anni di storia, Roma porta in dote le speranze. (Croff)

Mercati. Ci sono solo tre mercati al mondo: Berlino, Cannes e l’AFM. Il Mifed non esiste più. L’unica possibilità di ricreare un mercato in Italia è accostarlo a un festival che si esiste già, cioè Venezia. (Müller)

Rimpianti. Nessuno. Avrei voluto Romanzo criminale, ma non ce l’hanno fatto vedere. Peccato! (Müller)

autore
11 Settembre 2005

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