Lucisano e il napoletano strettissimo di Troisi

Lucisano inaugura gli incontri Stand Up for Creativity a Casa Alice, raccontando a una platea di giovani il lavoro con Troisi, Sordi, Villaggio, Brizzi, Bruno e Di Leo


ROMA. “Troisi parlava con un accento napoletano strettissimo e nessuno lo capiva la prima volta. È per questo che nei film ripete le battute più volte, così al secondo o al terzo tentativo si capisce quello che dice”. E’ il commento di Fulvio Lucisano, vedendo un estratto di Ricomincio da tre, il produttore che ha aperto gli incontri a Casa Alice sul mestiere del cinema del ciclo Stand Up for Creativity, organizzato da Alice nella città e FAPAV. I cinque incontri in programma, a ingresso gratuito su prenotazione, sono aperti ai giovani interessati al dietro le quinte del cinema e coinvolgono esperti in sceneggiatura, scenografia, effetti speciali, attori e produttori.

Destinato a seguire le orme paterne in uno studio di avvocati, Lucisano ha lavorato nel cinema per la prima volta nel 1949, “quando gli americani hanno deciso di fare un film sul Giubileo, il documentario Anno Santo”, ha spiegato durante l’incontro.
Negli anni seguenti, ha lavorato con l’Istituto Luce per la realizzazione di cinegiornali destinati all’America Latina e poi, con la casa di produzione Documento Film, ha prodotto più di 300 documentari.
Prima di allora, però, aveva coltivato la sua passione per il cinema vedendo due pellicole al giorno all’Eden di Roma, “dove con una lira si potevano vedere due film”.
Nel ‘55 ha prodotto il suo primo lungometraggio I quattro del getto tonante di Fernando Cerchio e nel ‘58 ha fondato la casa di produzione Italian International Film, di cui è ancora presidente. Negli anni ha prodotto alcuni dei film più iconici della storia del nostro cinema, lavorando con attori come Massimo Troisi, Alberto Sordi, Paolo Villaggio e producendo alcuni film campioni di incassi come Notte prima degli esami di Fausto Brizzi.  

Di Paolo Villaggio, di cui ha prodotto 5 film, ha ricordato la sua fantasia nell’interpretare la sceneggiatura, apportando modifiche sul set, all’ultimo minuto, “come quando ne Il Bel Paese si è acceso una sigaretta sulla piattaforma petrolifera”.
Alberto Sordi era bravissimo e voglio sfatare il mito che fosse avaro – ha esordito il produttore – però non voleva mai accorciare i film, come Il tassinaro che all’inizio durava 2 ore e mezza”.
Per quanto riguarda le esperienze produttive degli ultimi anni, Lucisano ha raccontato di quando Neri Parenti gli ha presentato Fausto Brizzi per fargli girare Notte prima degli esami e dei dubbi del regista sulla riuscita del film, che invece poi ha incassato 13 miliardi.
Tra le sue produzioni recenti compaiono i nuovi volti della commedia nostrana Edoardo Di Leo e Massimiliano Bruno, “perché è importante innovare e rinnovare, trovare sempre attori nuovi, come quando facemmo fare il professore a Giorgio Faletti che col cinema non c’entrava niente”.

Sui progetti futuri, Lucisano ha annunciato l’uscita di un remake di 30 anni fa con Alberto Sordi, mentre sul cinema di oggi e i giovani, ha le idee chiare: i biglietti costano troppo. Una battaglia personale che sta portando avanti è la riduzione del prezzo degli ingressi in sala ai giovani minori di 18 anni, perché “l’Italia ha 100 milioni di spettatori da 40 anni, serve nuovo pubblico” ha detto, strappando ai giovani presenti un forte applauso.

autore
26 Ottobre 2017

Roma 2017

Roma 2017

Proietti papà di Alessandro Gassman ne ‘Il premio’

L’attore chiude gli incontri ravvicinati della Festa del Cinema di Roma, regalando risate e nostalgia e una chicca sul futuro: "Sarò il padre di Alessandro Gassman ne Il premio diretto da lui stesso. Lo conosco da quando era bambino e ora mi impressiona ritrovarlo regista, sicuro e determinato"

Roma 2017

I risultati di Alice nella città

40mila presenze agli eventi organizzati a Casa Alice. Un successo per la sezione autonoma e parallela della Festa che ha già rinnovato per un biennio l'accordo con la Fondazione Cinema per Roma

Roma 2017

Lynch e quella volta con Fellini a Cinecittà

Il regista, che ha ricevuto il Premio alla carriera da Paolo Sorrentino, ha incontrato il pubblico della Festa del Cinema, ricordando con particolare affetto l’incontro con Fellini. Lolita di Kubrick, Viale del tramonto di Billy Wilder, 8 ½ sono le tre opere cinematografiche che il regista americano ha usato per raccontarsi ancora più profondamente

Roma 2017

Betta Lodoli, diseducazione sentimentale

Presentato alla Festa di Roma il documentario Ma l’amore c’entra?, dove la regista ha raccolto le testimonianze di tre uomini che hanno picchiato le mogli e che ora sono impegnati in un percorso terapeutico. Un documento di forte attualità che getta luce sulle radici antropologiche del femminicidio


Ultimi aggiornamenti