Sinatra – All or nothing at all di Alex Gibney, documentario di quattro ore presentato alla Festa di Roma, non tralascia alcun aspetto della vita di ‘The voice’: il successo, le donne, la generosità, l’impegno per i diritti civili dei neri, ma anche i legami con i mafiosi, come il boss Sam Giancana, che convince ad impegnarsi per eleggere l’amico John Kennedy, le contraddizioni, gli alti e bassi in carriera, i misteri.
Diviso in due parti, il film è realizzato per il centenario della nascita del cantante. “Sinatra (scomparso nel 1998, ndr) rappresenta le luci e le ombre del sogno americano”, spiega il cineasta. Gibney è un regista abituato ai temi scottanti come in Taxi to the dark side (premiato con l’Academy Award) sugli abusi degli Usa nella guerra al terrorismo, Maxima Culpa sulla pedofilia nella Chiesa, Going Clear su Scientology, ma ha anche realizzato altri ritratti di musicisti, come Janis Joplin e James Brown. Per questo progetto ha avuto la collaborazione della Sinatra Estate, guidata dai figli di Ol’ Blue Eyes, Tina, Frank Jr e Nancy, che gli hanno aperto gli archivi di famiglia. Qui il cineasta ha trovato, nelle migliaia di ore e ore di straordinario materiale, anche le immagini del concerto con cui Sinatra aveva detto addio alle scene nel 1971 a Los Angeles (cambiando poi idea nel 1974). Le 11 canzoni di quel live sono diventate anche il filo conduttore del documentario.
“Con la famiglia Sinatra c’è stato un rapporto appassionato con cui non è mancata qualche tensione, ma alla fine abbiamo trovato qualche accordo”, dice.Sinatra, ragazzo di Hoboken diventato una star mondiale “per me è come il Grande Gatsby, percorre i cambiamenti dell’America dalla grande Depressione in poi – sottolinea – anche se fa fatica ad accettare di non essere più al centro della sua cultura”. Il film “è costruito anche come una detective story, indago sui motivi per cui nel 1971 avesse deciso di ritirarsi. E c’è qualche indizio per capirlo”.
Mercoledì 18 novembre alla Casa del Cinema Giancarlo De Cataldo e Mario Sesti, insieme a Giorgio Gosetti, analizzeranno alcune scene del maestro del brivido. A introdurre l'incontro l'attore Pino Calabrese
Viaggio tra i progetti italiani presentati al mercato di coproduzione all’interno del MIA. Da La dea delle acque calme di Elisa Amoruso all'opera prima di Fulvio Risuleo, Guarda in alto, dal nuovo film di Costanza Quatriglio Sembra mio figlio al 'western' in salsa sicula firmato da Giovanni La Pàrola, Il mio corpo vi seppellirà, a Palato assoluto di Francesco Falaschi. Ecco cosa ha catturato l’attenzione degli operatori internazionali venuti a Roma a caccia di storie
Il film dell'indiano Pan Palin, buddy movie al femminile, è un ritratto fresco e spigliato delle donne dell'India di oggi, gli spettatori della Festa del cinema di Roma hanno votato online tramite un sistema elettronico
“Ho scoperto Verdone a casa, con i suoi personaggi visti e rivisti in tv, era diventato uno di famiglia. Sul set è un regista molto serio, scientifico, sa bene cosa vuole, anche se un terzo del film è improvvisato”, dice di lui l'attrice Paola Cortellesi protagonista alla Festa del cinema con l'attore e regista romano degli Incontri ravvicinati. Lui l’ha scoperta al cinema e in tv come attrice comica, brillante e anche drammatica: “è dirompente, abbiamo la stessa ironia e c’è una grande sintonia tra noi”. Presto li vedremo nei rispettivi film Gli ultimi saranno ultimi e L'abbiamo fatta grossa