Micaela Ramazzotti potrebbe fare Pretty Woman e Cristiana Capotondi la vita Elena di Troia, “se i produttori non avessero paura delle cose strane”. Enrico Lucherini dice che si ritira dalle scene ma intanto continua a impartire lezioni al cinema. Il press agent delle star, l’uomo che per primo ha portato questo mestiere in Italia dall’America, l’adorabile bugiardo dietro le quinte di tanti successi degli ultimi cinquantanni, sta vivendo un momento di gloria assoluto. Per i suoi quattro volte vent’anni, così preferisce declinare la sua età, è stata allestita grazie all’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma, una grande mostra all’Ara Pacis, intitolata “Purché se ne parli”, che durerà fino al 6 gennaio. Un percorso sensoriale, che coinvolge oltre alla vista anche l’udito e l’olfatto, curato da Nunzio Bertolami, con il gusto di un’opera pop.
Al centro della visita il battito cardiaco di Enrico, rielaborato da un sintetizzatore, e un cinemino anni ’70 con tanto di sedie ribaltabili e sentore di legno e tabacco. In visione tante locandine storiche (120) accompagnate da gustosi aneddoti, ossia le famose lucherinate. Come il vestito di perline di Catherine Spaak che si impiglia in un chiodo lasciando l’attrice di Adulterio all’italiana (1966) semispogliata o il francese Le cerbiatte di Chabrol (1968) che diventa Lesbiches (unendo articolo e sostantivo del titolo francese) con un eloquente ammiccamento allo spettatore pruriginoso, ribadito dalla foto di una mano femminile che apre la cerniera dell’altra.
In questa mostra Lucherini accetta senza pudore di svelare i trucchi del mestiere: “Mettemmo noi le pecette sul lato B di Claudia Koll nel manifesto di Così fan tutte. E fui io, insieme a Matteo Spinola, a scrivere sulla locandina di Sodoma e Gomorra ‘andate via dalla città del Vaticano!”, racconta il press agent. Che si commuove fino alle lacrime a una domanda sul passato, ma subito ci scherza su col proverbiale cinismo: “No, la Fornero no”.
Nell’introduzione al catalogo edito da Palombi e curato da Bertolami con la collaborazione di Francesco Serra di Cassano, l’amico Peppuccio Tornatore lo prende affettuosamente in giro facendone addirittura l’artefice del naufragio del Titanic e della prematura scomparsa di James Dean come fossero trovate promozionali. Ed è sempre il regista siciliano a sostenere che se dovesse arrivare l’Alzheimer scapperebbe via per paura.
Ma non c’è pericolo. “Spero di stupirvi ancora, voglio inventare un altro lavoro che in Italia non esiste ma in America sì”. Di cosa parla se non, ancora una volta, di show business? Quella di Lucherini, infatti, è una vocazione in piena regola. Negli anni ’50 si era iscritto all’Accademia d’arte drammatica con l’ambizione di diventare attore, ma la Loren gli consigliò di dedicarsi invece a promuoverli gli attori. Lui che già a 16 anni teneva un colorato diario pieno di foto e disegni di divi. Iniziò la professione nel ’58 con La notte brava di Mauro Bolognini, buttando in acqua l’intero cast femminile (Rosanna Schiaffino, Elsa Martinelli, Anna Maria Ferrero, Antonella Lualdi e Myléne Demongeot) per conquistare copertine sui giornali. “Un tempo era tutto più facile, c’era una sola tv e i paparazzi stavano tutti in Via Veneto, dove io avevo la mia ‘scrivania’. Mi mancano quei tempi e quei personaggi: Marcello, Sofia, Luchino, Pier Paolo… Adesso i produttori ti fanno lanciare un film negli ultimi venti giorni dall’uscita, le locandine sono tutte uguali con gli attori seduti su un divano o una panchina e il cinema italiano racconta storie troppo piccole o troppo tristi. Accattone era più allegro degli Equilibristi“. Per questo ha annunciato di volersi dedicare solo alla fiction, ma non abbandonerà Virzì, Luchetti e Tornatore. “Mi piacciono molto anche Garrone e Sorrentino, mentre non andrei mai a vedere un Leone d’oro e tantomeno Pietà “.
La mostra all’Ara Pacis propone anche tre documentari: Enrico LXXV di Antonello Sarno, Un sorriso, uno schiaffo, un bacio in bocca, raccolta di film italiani prodotti dalla Titanus dal 1947 al 1962, commentati ironicamente da Oreste Lionello e Titanus: un secolo di cinema e televisione che ripercorre la storia della produzione di Goffredo Lombardo.
Da ultimo, nel 2002 abbiamo avuto il piacere di pubblicare una rubrica di “lucherinate” Signori & Signore, molto letta e apprezzata, che vi riproponiamo nei link qui accanto.
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