Una faccia d’angelo, quella di Bruno Sulak – interpretato da Lucas Bravo (lo chef Gabriel di Emily in Paris) – leggendario disertore e fuorilegge che, sempre a volto scoperto, nella realtà ha rapinato supermercati prima e grandi maison dell’alta gioielleria poi, mai sparando: era per lui una regola ferrea.
Libre è diretto da Mélanie Laurent, e accanto a Bruno ci sono Annie (Léa Luce Busato), la sua fidanzata, e l’agente di polizia Georges, a cui Yvan Attal dona un profilo molto personale, in fondo complice seppur nel rispetto della Legge, teneramente umano, probabilmente il personaggio con più personalità, in un film in cui la scelta dell’autrice francese è a favore di un tono che si stabilizza su lentezza, poesia e sentimentalismo, piuttosto che su adrenalina e fascino, come potrebbe essere più prevedibile – ma anche necessario – per un soggetto simile, lasciando un po’ a bocca asciutta l’eventuale aspettativa di un passo più vibrante per eccitazione da imprevisto e colpo di scena. È una scelta, quella di Laurent, coraggiosa a suo modo e che non cede ai cliché sul genere, seppur l’allure di un personaggio e di una vita così necessiterebbero un po’ d’accattivante charme: Bravo fa il suo, è pulito e didascalico, fa sperare esploda un fascino “bello e dannato” alla Frank Costello, che però non riesce a toccare.
Nel film, Bruno ha la sua personalità ma si muove in branco, un coro di cui Annie è soggetto imprescindibile: se il desiderio erotico non si nasconde, lei – altrettanto – è la svelta autista che al termine di ogni rapina ingrana la marcia e permette la fuga dal “luogo del delitto”; con loro, a rendere sempre corale l’azione, Steve (Rasha Vukvic), e il gigante nero Aka (Steve Tientcheu).
Il non detto, il non noto, il sorriso sornione e forse anche l’approvazione in fondo, del personaggio di Attal restituiscono la vena più misteriosa del film: chi è davvero questo agente? Perché insegue ma altrettanto ‘lascia fuggire’ l’uomo che è un simbolo pubblico, probabilmente nutrendo un’ ammirazione non dichiarabile? Interessante sarebbe stato saperne di più… poter fare un passo più profondo nell’animo di quest’uomo.
La storia è ispirata alle imprese che il ladro ha intrapreso con melliflua nonchalance nella Francia di fine Anni ’70 e inizio ’80: è un ladro che rilutta la violenza, non ha in sé malvagità, non individua mai nelle altre persone il proprio scopo o strumento, e agisce sempre – fino alla fine – nel nome della libertà, per cui inneggia all’inebriarsi… “di vino, di poesia, d’amore”, per alleviare il peso del tempo. È infatti in queste parole, tra filosofia e poesia, che il bisogno di vita, o il male di vivere, si fanno più densi per la storia e il personaggio, peccato si riducano a una manciata di minuti e parole solo verso il finale.
Libre è scritto da Mélanie Laurent e Chris Deslandes, prodotto da Alain Goldman, ed esce in esclusiva su Prime Video dal 1 novembre.
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