LECCE – “Io sono un po’ romantico, un nostalgico, tutto quello che rivivo, a cui ripenso, sono le uniche cose che mi consolano di altre brutte cose che vedo nel mondo d’oggi: è per me consolatorio e per questo ho fatto un ritratto su mio padre. Raccontare mio padre è stato raccontare un alieno del mondo di oggi”, spiega Luca Verdone, figlio di Mario Verdone, critico e docente, il primo a ricoprire il ruolo in una cattedra universitaria dedicata al Cinema. Il Professore è raccontato nel doc Mario Verdone: il critico viaggiatore, prodotto da Laurentina Guidotti per Iterfilm, Luce Cinecittà, in collaborazione con Rai Cinema.
Il film, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, arriva al Festival del Cinema Europeo di Lecce, che da quindici edizioni nel nome di Mario Verdone dedica anche un Premio, tributando il riconoscimento alla Miglior Opera Prima Italiana dell’anno, secondo insindacabile giudizio dei figli Carlo, Silvia e appunto Luca, regista del documentario, alla manifestazione leccese nella sezione Anteprime – Eventi Speciali.
“Siamo riusciti a rituffarci nel passato, in cui mio padre ha incoraggiato enormemente le avanguardie. Bisognava capire il suo eclettismo, la sua unicità. E la sua umanità è l’aspetto principale: oggi vediamo intermittenze che mostrano mancanza di empatia, perché la nostra è l’epoca dell’esclusione, della non partecipazione ai dolori delle persone, nel nome del moloc del consumismo, e persone come mio padre ne erano avulse, proprio mettendo in primo piano l’umanità. Nel documentario si mostra l’appassionarsi di un uomo alla cultura, non in modo mercantile e industriale, ma umano: lui era cresciuto a Siena, era permeato di cultura senese. Mio padre era il prototipo dell’entusiasmo fatto a carne viva, per la bellezza di vivere e assaporare concetti, frasi poetiche; l’entusiasmo era il motore della vita, con la passione per i futuristi, che è riuscito a far accettare pian piano anche a docenti marxisti”.
Per Laurentina Guidotti, anche lei a Lecce, “l’analisi critica del critico è l’umanità: il racconto famigliare è bilanciato con quello critico/storico, tanto da essere la chiave di successo dell’opera. Poteva essere un documentario valido ma noioso, invece l’apporto dei tre fratelli – Carlo, Silvia e Luca – ha dato una peculiarità non tanto comune nelle agiografie”.
Il XV Premio Mario Verdone viene conferito sabato 16 novembre 2024.
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