TORINO. Dopo il Premio Prolo dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema e un numero monografico della rivista ‘Mondo Niovo’ l’87enne regista Lorenza Mazzetti avrà anche l’onore di un documentario a lei dedicato realizzato da Steve Della Casa e Francesco Frisari che sarà pronto in tarda primavera. S’intitola Perché sono un genio, riprendendo un’espressione usata dall’artista in occasione della sua permanenza londinese negli anni ’50.
“Ci affideremo molto alla sua voce. Lorenza è una grande e magnetica narratrice sia quando parla a un grande pubblico sia quando si rivolge a pochi amici. Il racconto di Lorenza scorrerà per tutto il documentario. Poi – continua Della Casa – ci saranno le immagini: un po’ di repertorio, e anche un po’ di come lei vive la sua vita oggi, condividendo le sue giornate con la sorella gemella Paola. E ci saranno le animazioni dei suoi quadri così straordinariamente evocativi verranno fatti vivere”.
Il documentario parlerà della forza e della fragilità di questa artista che ha vissuto momenti importanti del Novecento. A cominciare dalla guerra e dalle persecuzioni naziste poi narrate nel romanzo “Il cielo cade”, Premio Viareggio per la migliore opera prima nel 1962. Da qui è tratto, l’omonimo film (2000) dei fratelli Andrea e Antonio Frazzi, interpretato da Isabella Rossellini, che vinse il Giffoni Film Festival di quell’anno come miglior film.
La Mazzetti durante la sua permanenza a Londra, in fuga da un passato segnato dalla strage nazista dei suoi familiari, fonderà con Lindsay Anderson, Karel Reisz e Tony Richardson il movimento del Free Cinema – il manifesto programmatico del gruppo fu presentato Il 5 febbraio 1956 al National Film Theatre di Londra – che portò ironia, rabbia, popolo e strada nel conformismo del cinema britannico dell’epoca.
Quattro sono i film da lei diretti. Il cortometraggio K (1954) è liberamente tratto da “La metamorfosi” di Franz Kafka. Together (1956), una produzione British Film Institute con la supervisione al montaggio di Lindsay Anderson, è ambientato nella East End di Londra con protagonisti due sordomuti che vanno a lavorare, si rilassano al pub, vivono presso una famiglia. Le semplici azioni quotidiane e il loro vagabondare sono caratterizzate dal loro non sentire che evidenzia la loro estraneità a quello che li circonda, rendendoli vulnerabili. Dopo questo film che le farà vincere al Festival di Cannes il Premio dell’avanguardia, dirige I cattivi vanno in paradiso (1959), storia di due ragazzi di strada, commissionata da due associazioni di solidarietà.
I bambini è l’episodio del film Le italiane e l’amore diretto da 11 registi e ispirato al libro-inchiesta di Gabriella Parca “Le italiane si confessano”. L’ultimo lavoro è I misteri di Roma, un film-inchiesta collettivo su una giornata di Roma, con la supervisione di Cesare Zavattini.
Dai 26.900 del 2014 si è passa ai 29.700 del 2015, gli incassi da 254.369 € a 264.882, ciò per effetto del maggior numero di ingressi a prezzo ridotto per giovani al di sotto dei 26 anni e delle numerose convenzioni
Il regista danese ha accompagnato al TFF la proiezione di Terrore nello spazio nella versione restaurata: “E’ un modello di cultura pop. Questo film di grande artigianato ha in sé molti approcci stilistici del film di fantascienza e ha superato la prova del tempo. Design, costumi, scenografia risultano efficaci al pari di quelli di titoli come Blade Runner e 2001 Odissea nello spazio. Ma c’è un altro film sottovalutato che andrebbe restaurato Città violenta di Sergio Sollima, con Charles Bronson”. Silenzio assoluto sul nuovo film The Neon Demon e sul progetto tv Les Italiens
A La patota di Santiago Mitre vanno il Premio Speciale della giuria e il Premio per la Miglior attrice a Dolores Fonzi; il Premio per il Miglior attore a Karim Leklou per Coup de chaud, film di Raphaël Jacoulot che conquista anche il Premio del pubblico. Premio per la Miglior sceneggiatura ex-aequo a A Simple Goodbye di Degena Yun e a Sopladora de hojas di Alejandro Iglesias Mendizábal. A Italiana.doc premiati Il solengo di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis e La gente resta di Maria Tilli. Premio Fipresci a Les loups di Sophie Deraspe e Premio Cipputi a Il successore di Mattia Epifani
Conferenza stampa di chiusura veloce e senza polemiche. Paolo Damilano, presidente del Museo nazionale del cinema, si dichiara molto soddisfatto e ricorda che "Valerio Mastandrea, presidente della Giuria, si è stupito quanto il nostro festival sia frequentato e seguito dal pubblico". La direttrice Emanuela Martini incassa il sostegno dei vertici del Museo del Cinema e si dichiara disponibile rispetto al programma cioè “a tagliare al massimo 20, 30 titoli” e anticipa l’idea di replicare il prossimo anno la maratona cinematografica di sabato.
I Premi collaterali
Dustur di Marco Santarelli premiato due volte