A Verona Drive, a Stratford, nei due cortili confinanti del Signor Capuleti e della Signora Montecchi, che si odiano a morte, è in atto una guerra bizzarra. I rispettivi gnomi da giardino, che si animano quando gli umani non sono nei paraggi, si azzuffano e si fanno i dispetti in una faida senza tempo, facendo propria la rivalità dei proprietari. E’ la trama, piuttosto familiare, del film d’animazione Gnomeo & Giulietta, distribuito in Italia da Disney a partire dal 16 marzo.
Anche il colore del cappello diventa motivo di baruffa e pregiudizi per i piccoli omini di terracotta: i Montecchi ce l’hanno rosso, i Capuleti blu. Guai dunque per il prode “blu” Gnomeo, che un giorno, suo malgrado, si innamora follemente della “rossa” Giulietta. Lui è il pargolo della guida dei blu, la vedova Lady Mirtillo. Lei la rampolla di Lord Mattonerosso, capoclan rivale anche lui anima solitaria. Attorno a loro, una serie di buffi personaggi basati sugli elementi di arredo tipici dei giardini: fenicotteri di plastica, ranocchie con fontane installate in bocca, funghetti, cerbiattini e chi più ne ha più ne metta…Ovviamente la scoperta dell’amore tragico e clandestino scatenerà tra i due lignaggi una guerra all’ultimo coccio. Ma tutta da ridere. Compreso il finale che, ovviamente, vira su toni decisamente meno tragici rispetto al modello originale, comunque omaggiato con uno scherzoso intervento di…William Shakespeare in forma di statua funeraria parlante.
Diretto dall’esperta Kelly Asbury (Shrek 2), il film è stato prodotto nientemeno che dalla popstar Elton John, che firma ovviamente anche la colonna sonora, piena di classici come Crocodile Rock, Your Song, Bennie and the Jets, Saturday Night’s Alright, Rocket Man, Don’t Go Breaking My Heart, a cui si aggiungono le inedite Hello Hello e Love Builds a Garden.
Il comparto audio, molto più del 3D, ben fatto ma abbastanza inutile, è il vero valore aggiunto della ritmata pellicola: nella versione originale, a dar voce ai nanetti ci sono nomi altisonanti come Emily Blunt, Jason Statham, James McAvoy, Michael Caine e il consunto rocker Ozzy Osbourne, nei panni di…un tenero cerbiattino. Mentre la star del wrestling Hulk Hogan presta il suo ruggito al potente Terrafirminator, uno spaventoso falciatore d’erba coi connotati di una macchina-killer.
Peccato che tutto questo ben di dio venga a mancare, com’è inevitabile, nella versione italiana, che cerca di salvare la peculiarità del doppiaggio con una non sempre riuscita marcatura dialettale: i rossi parlano un mix di siculo e napoletano e i blu un incrocio di milanese, torinese e bresciano. Salvo però ritornare a un italiano piuttosto classico nei momenti più intensi o romantici, alternanza che crea parecchia confusione nello spettatore, specie se bimbo, come probabile.
Da segnalare però la divertente interpretazione, a opera di Francesco Pannofino, del fenicottero Piumarosa, un “romanaccio” doc che tanto ricorda la leggendaria versione nostrana di un altro Romeo…il simpatico micione protagonista de Gli Aristogatti. A lui è affidata l’immancabile citazione del passaggio shakespeariano “Se una rosa non si chiamasse rosa…”, con effetti assolutamente esilaranti.
Numerose le citazioni cinematografiche, inserite probabilmente più come concessione per i genitori accompagnanti che per i pargoli a cui il prodotto è evidentemente destinato. C’è un po’ di tutto: dallo scheletro metallico di Terminator alla corsa sulle bighe di Ben Hur, passando per il costumino succinto di Borat e i trucchi da guerra di Braveheart. Naturalmente, non poteva mancare West Side Story, il grande musical ispirato alla medesima, illustre fonte.
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