LIONELLO CERRI


Ultimi fuochi per gli incontri con i produttori italiani e i loro ospiti segreti proposti alla Mostra di Venezia da Italia Cinema. I meeting finali sono stati dedicati a due case di produzione particolarmente attive del nostro cinema: Albachiara e Cattleya.
Primi a scendere in campo il duo Cerri/Soldini. Una scelta obbligata visto che Albachiara ha prodotto l’ultimo film del regista, Brucio nel vento, tratto dal libro di Agota Kristof Ieri. Definita la data di uscita nelle sale, il 18 gennaio.
Cerri, sollecitato dalle domande del direttore di Italia Cinema Giorgio Gosetti, ha colto l’occasione per fare qualche appunto alla sempre ferocissima critica italiana, particolarmente severa con Luce dei miei occhi. “Io credo che i critici dovrebbero vedere i film con un po’ di rispetto. Mi riferisco soprattutto al film di Piccioni, da noi prodotto, ma non si tratta di un caso isolato. Ogni volta che presentiamo un film italiano in Italia la critica si scatena. Ma spesso non fa il proprio mestiere, perché piuttosto che spiegare gli autentici limiti del film si limita a giudicare con una grossa dose di approssimazione”.
La parola è quindi passata a Soldini che ha raccontato qualche vicenda legata alla sua ultima pellicola: “Si trattava di costruire una storia di migrazione da Est verso Ovest. La scrittrice, però, non ha specificato nel libro di quale Paese dell’Est, così mi sono affidato alla legge del caso. Non sono stato io a trovare il cast, ma il cast a trovare me. Ho fatto casting in vari paesi dell’ex blocco sovietico e alla fine ho trovato l’attore giusto: ma era ceco, non ungherese. Così anche una buona parte dei protagonisti proviene dalla Repubblica Ceca”.
Il secondo incontro ha visto insieme Riccardo Tozzi della Cattleya e lo scrittore Niccolò Ammaniti, a cui si è aggiunto il direttore dell’Istituto Luce Angelo Guglielmi.
“La Cattleya è un piccolo miracolo economico, un esempio di intelligenza imprenditoriale di Riccardo Tozzi e dei suoi soci: Giovanni Stabilini e Marco Chimenz”, ha ricordato Gosetti.
La presenza di uno scrittore, come Ammaniti, ha fornito l’occasione di discutere sui rapporti tra cinema e letteratura. “Ho sempre avuto un rapporto conflittuale con il cinema”, ha confessato l’autore di Fango, “ma il mio ultimo romanzo, Non ho paura. ero certo che sarebbe diventato un film. Perché l’ho immaginato proprio come un soggetto”. Oltre a Non ho paura, che sarà diretto da Gabriele Salvatores, Tozzi ha comprato i diritti del precedente romanzo di Niccolò Ti prendo e ti porto via. In questo caso la regia sarà affidata a Goran Paskaljevic, autore anche di Il sogno di Harry, in concorso qui al Lido. L’amore per la letteratura della Cattleya è fuori discussione.

autore
07 Settembre 2001

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