I basilischi (1963), il memorabile esordio alla regia di Lina Wertmüller rimasto finora inedito in Francia, esce sugli schermi transalpini grazie all’iperattiva compagnia parigina Carlotta Films. Si tratta del restauro in 4K realizzato da Cinecittà nel 2020 che ripristina i forti contrasti luminosi ideati dal maestro della cinematografia Gianni Di Venanzo.
Ennio Morricone compone per il film una delle sue prime colonne sonore. Il film è coprodotto da Lionello Santi per la Galatea Film assieme a Ermanno Olmi e Tullio Kezich per la loro società milanese 22 dicembre. Al Festival di Locarno I basilischi ottiene la Vela d’Argento e il Premio Fipresci, un duplice riconoscimento che lancia la carriera internazionale dell’ex assistente di Federico Fellini.
Ricorda Lina Wertmüller: “Inizialmente, il film doveva intitolarsi “Oblomov al Sud”. Partivo dall’idea di Oblomov,un sonno profondo, il sonno profondo di tutto un popolo. È stata la mia prima esperienza da regista. Certo, ho dei bei ricordi perché fare un film è sempre un’avventura.
È un’avventura che ovviamente può anche andar storta. Abbiamo creato qualcosa credo. Abbiamo dato un volto a un Sud sconosciuto. Dei grandi film erano già stati girati in Sicilia, ma in quell’angolo di Paese, tra Puglia e Basilicata, nessuno era venuto a girare. Quel villaggio ha potuto vivere l’avventura di un gruppo di azimutali venuti a filmare le proprie vite. I volti erano assolutamente belli. Il nostro Sud ha radici nella Magna Grecia, da ciò derivano quei volti straordinari. Non appena vedevamo un volto interessante alla finestra ci precipitavamo a riprenderlo.
Quando i mariti tornavano a casa la cena non era pronta e le mogli non erano in casa. Ma ciò non li ha affatto spaventati, ci avrebbero raggiunto comunque sul set, un set improvvisato. Alcuni uomini erano infastiditi ma non dicevano nulla, ci guardavano con i loro sguardi da lucertola. È chiaro che mi piace molto il Sud perché lì sono le mie radici. Le radici della mia famiglia sono ancorate nel Sud. C’è anche qualcos’altro. Forse è il sole che mi fa particolarmente piacere. Mi piacciono i punti di forza tanto quanto i punti deboli del Meridione. Mi sento una bimba del Sud”.
Il film diretto da Vittorio De Sica nel ’61 è stato restaurato in 4k da Cinecittà e Filmauro, con la supervisione di Andrea De Sica. Per l’anteprima alla Festa del Cinema di Roma, le parole del nipote e del figlio, Brando e Christian De Sica
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