LIBERO DE RIENZO

A scanso di equivoci, chiariamo subito che non si tratta di un debutto. Oltre alla partecipazione ad alcuni corti, Libero De Rienzo, detto Picchio, vanta collaborazioni con Pupi Avati (La via degli angeli) e Claudio Bisio (Asini), a cui si aggiunge il credito internazionale ottenuto con la partecipazione a un film importante come A ma soeur, diretto da Catherine Breillat (leggi l’intervista di tamtam).
Il ruolo di comprimario sulla scena di Santa Maradona, a fianco di Stefano Accorsi, aggiunge ancora nuova visibilità a un attore capace di muovere non solo le corde della comicità.

La chiave ironica è una delle novità più godibili del primo film diretto da Marco Ponti. Eppure sia tu che Accorsi date il meglio delle vostre interpretazioni nelle scene in cui salite di tono, non credi?
Alcune scene ci hanno dato la possibilità di misurarci con registri stilistici diversi. Un’occasione rara.

Quante volte avete provato il litigio della sequenza finale?
Sono serviti cinque ciak. Ho cercato di tirare fuori il nerd che è in me. Una versione epica dell’eroe in calzini e divano.

Sembri molto soddisfatto e coinvolto dalla tua partecipazione al film. Un entusiasmo condiviso anche sul set?
Si respirava un clima di perfetta collaborazione. Ho avuto la fortuna di lavorare con una trentina di persone che si impegnavano al massimo, ogni giorno e con passione. Non succede sempre. Ma se è vero che il cinema è un’arte che produce lavoro, proprio dalla qualità del lavoro si nutre l’arte. E’ questa la strada verso il capolavoro. Poi, giudicate voi.