Lezioni di cioccolato (e di tolleranza)

Un Chocolat all’italiana dove poteva nascere se non a Perugia, nella più famosa industria dolciaria nostrana? Lezioni di cioccolato è una storia d’amore in chiave di commedia con qualche spunto sociale prodotta da Cattleya con il contributo della Universal, della Film Commission umbra e un robusto product placement che coinvolge proprio la Perugina. “Anche loro, come noi, pensano al cioccolato come a un elemento taumaturgico. Il loro intervento copre circa il 25% del budget ma non credo sia invadente, anzi vuole essere dosato con gusto e moderazione”, dice uno dei produttori, Marco Chimenz. Anche per Riccardo Tozzi si tratta di un intervento “intrinseco al prodotto”, come quello della Fedex in Cast away. Il film, in uscita in 150 schermi il 23 novembre, “trova il suo punto di forza proprio nella cioccolata, un piacere non solo francese” e cavalca il fortunato filone delle commedie sul cibo. “Del resto – spiega ancora il produttore – il botteghino nel nostro paese è al suo massimo storico con 120 mln di biglietti venduti e la nostra produzione tocca ormai una quota di mercato del 30%. Per molti esercenti, anche di multiplex, è proprio il cinema italiano la componente dimanica di questa crescita e quindi aumenta la richiesta di prodotto nazionale”.

Realizzato dall’esordiente Claudio Cupellini già autore di un episodio del collettivo 4-4-2, Lezioni di cioccolato mostra una Perugia ben lontana dalla cronaca nera, portandoci all’interno della raffinata Scuola Perugina che rilascia master in cioccologia ed è stata frequentata in tre anni da 4.500 allievi. È in questo “dolce” contesto che si incontrano Violante Placido e Luca Argentero (Saturno contro): lei fa volontariato ed è la prima della classe, lui invece è lì sotto mentite spoglie. Geometra disposto a fregarsene delle norme di sicurezza pur di ottenere un appalto, è stato costretto da un suo manovale egiziano, caduto da un tetto senza impalcature, a fingersi straniero e imparare a confezionare cioccolatini perfetti. Se vincerà il premio come miglior allievo, l’egiziano avrà finalmente il capitale per aprire una pasticceria. “La commedia – argomenta lo sceneggiatore Fabio Bonifacci – non è solo questione di corna e funzioni corporali, anzi in Italia abbiamo una grande tradizione di commedia per parlare di temi seri”. “L’immigrazione – aggiunge Cupellini – è trattata in maniera leggera, ma credo che allo spettatore arrivi la storia di amicizia tra due persone di culture diverse”. Vero motore della trasformazione di Luca Argentero, che da rampante senza scrupoli si ritrova a praticare la solidarietà e diventare “buono”. “In fondo – dice ancora Chimenz – succede qualcosa di simile in Ratatouille: si dimostra che chi ha talento, per quanto sia difficile la sua condizione, può farcela”. Completano il cast: Neri Marcorè, Ivano Marescotti, Monica Scattini, Francesco Pannofino.