Ci siamo
Il Barbie-verse è ormai tra noi.
L’inno rosa shocking della geniale Greta Gerwig alla bambola di plastica più famosa di tutti i tempi arriva sui nostri schermi. Barbie è interpretata dalla superstar Margot Robbie e a farle da spalla un’altra stella del firmamento hollywoodiano: Ryan Gosling nei muscoli e nella carne liscia del suo fidanzato Ken. Ovviamente sarà un mondo pieno di variazioni sul tema Barbie e Ken, potete giurarci. Era ovvio che prima o poi dovesse accadere, cioè che arrivasse una produzione live action di una delle icone pop per eccellenza. Dalla rivoluzione del mercato dei giocattoli alla fine degli anni ’50 fino ad oggi, Barbie è un nome familiare che è diventato sinonimo di tutto ciò che è rosa che più rosa non si può. E di iper-femminilità. Attirandosi ovviamente anche secchiate di critiche: la sua figura a clessidra, anatomicamente scorretta ed estrema, e la sua stretta aderenza agli standard di bellezza tradizionali ed eurocentrici per le donne ha fatto urlare alla blasfemia e allo scandalo migliaia di persone nel Mondo.
A parte tutto questo, nessuno può negare il potere luminoso e intramontabile di Barbie. Una parte importante del suo successo, soprattutto nei primi anni 2000, è dovuta anche ai numerosi film animati in CGI che ritraevano fiabe classiche, balletti e letteratura e che sono diventati dei classici di culto per il pubblico dei millennial e dei gen-z ormai cresciuti.
Anche se questa è la prima apparizione live-action del giocattolo che ha costruito il modello di “femminilità” di generazioni di bambine, Barbie è apparsa in 40 film animati nel corso degli anni, a partire da Barbie e lo Schiaccianoci nel 2001 diretto da Owen Hurley: storia liberamente ispirata al racconto di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann (Lo Schiaccianoci e il re dei topi) e al balletto Lo schiaccianoci di Pëtr Il’ič Čajkovskij dal quale riprende anche le musiche eseguite dall’Orchestra Sinfonica di Londra.
Dopo questo tutti i primi film sono ispirati alle fiabe e ai classici della letteratura, prima di passare a narrazioni originali, ambientate in mondi magici, regni reali o, un po’ più vicino a noi, nelle aule delle scuole superiori e nella New York di oggi. L’ultima uscita è Barbie: Mermaid Power, approdata nel 2022 su Netflix.
Per conoscerla vi proponiamo un elenco dei tre migliori esempi del franchise cinematografico di Barbie, sperando che il vostro preferito faccia parte della lista.
Barbie e la principessa povera (2004)
Questo film è senza dubbio il più bel film su Barbie mai realizzato, grazie all’eccellente idea del primo musical su Barbie con canzoni che da allora sono diventate punti fermi della cultura pop dei millennial e dei gen-z. Tra le quali I’m Just Like You diventato un tormentone assoluto. La storia segue vagamente il romanzo di Mark Twain, Il principe e il povero, e si concentra sulla ricchissima principessa Annalisa e sulla serva indigente e quasi fisicamente identica Erika, che si scambiano gli stili di vita e trovano l’amore, perché ovviamente lo trovano. I film di Barbie brillano quando si concentrano sull’amicizia tra due personaggi femminili. Non che le relazioni romantiche in questo film siano negative, tutt’altro: ogni coppia è autentica e Julian è in assoluto il miglior protagonista maschile di tutti i film di Barbie.
Barbie Raperonzolo (2002)
Essendo solo il secondo film dell’impero di Barbie, è pieno di animazioni goffe e degli stessi occhi morti che affliggevano quasi tutti i media animati in CGI dei primi anni 2000, ma questo non fa che aumentare il suo fascino nostalgico. A differenza di altri, Barbie Raperonzolo ha resistito bene agli anni e la storia è divertente e avvincente come la prima volta che l’avete visto. La storia d’amore è semplice, ma piacevole. Gli animali che fanno da spalla possono essere un po’ scontati, ma sono tutti memorabili, soprattutto la donnola che appartiene alla cattiva del film, Madre Gothel.
Barbie in le 12 principesse danzanti (2006)
Il nono film del Barbie Cinematic Universe e il primo ad essere distribuito da Universal Pictures è Barbie nelle 12 principesse danzanti, ricco di magici numeri di danza e di una grafica abbagliante. Anche se ci sono probabilmente troppi personaggi secondari per interessarsi davvero a qualcuno di loro e nonostante le sorelle abbiano età un po’ confuse, resta comunque un film divertente e di gran qualità. Liberamente basato sull’omonima fiaba tedesca, questo film esalta il potere della danza e la creatività come forza capace di impedire che lo spirito di una persona venga spezzato. In un’epoca in cui le arti stanno diventando un’industria sempre più esclusiva, forse è il caso di rivedere questo film.
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