La 18ma edizione delle Giornate degli Autori – presidente Andrea Purgatori, direttrice artistica Gaia Furrer, delegato generale Giorgio Gosetti,– con le Notti Veneziane, spazio off dedicato al cinema italiano, realizzate in collaborazione con Isola Edipo, offre una fotografia del profilo più indipendente della nostra produzione cinematografica.
Nel segno del ricordo, l’evento di pre-apertura delle Notti è Il mondo a scatti (distribuito Cinecittà) di Paolo Pisanelli, su e con Cecilia Mangini e il suo rapporto con la fotografia e la sua vita con le immagini, realizzato in collaborazione con Bookciak Azione!.
L’apertura delle Notti, invece, sarà nel segno della città lagunare che abbraccia e ama il cinema, Venezia appunto: Welcome Venice – con Paolo Pierobon, Andrea Pennacchi, Roberto Citran, Ottavia Piccolo -, il nuovo film di Andrea Segre (rivelatosi 10 anni fa alle GdA con Io sono Li, quest’anno è anche protagonista della pre-apertura della Mostra e apre la Sezione, permettendo anche di inaugurare la ri-nata Sala Laguna (spazio ideato e programmato da Gaia Furrer e Silvia Jop). Grazie all’amicizia e alla generosità di Segre e dei suoi produttori, la selezione delle Notti debutta con una metafora potente e universale dedicata alla città degli ultimi.
Le Notti Veneziane – prodotte dalle GdA con l’impresa sociale Edipo Re, grazie alla collaborazione con la Parrocchia di S. Antonio e il patriarcato di Venezia – restituiscono dunque antica destinazione a una sala storica del Lido, la Sala Laguna appunto, troppo a lungo rimasta nell’oblio; si ritornerà poi anche nel centro storico del capoluogo veneto, al Teatro Goldoni, per una giornata-evento promossa con Isola Edipo e grazie al Comune di Venezia, caratterizzata dall’anteprima assoluta di tre viaggi: nei territori dell’Io con Fellini e l’ombra di Catherine McGilvray (co-prodotto da Luce Cinecittà), sul rapporto – poco raccontato dal cinema – tra il maestro di Rimini e l’indagine psichica, specie a partire dalla sua connessione personale con lo psicanalista junghiano Ernst Bernhard; della fabula, con I nostri fantasmi di Alessandro Capitani, con Michele Riondino, Paolo Pierobon, Alessandro Haber: il non far riuscire a far pace col proprio passato, questo il cuore dell’opera. Valerio e suo figlio Carlo, di sei anni, vivono nel sottotetto della casa da cui sono stati sfrattati. Ogni volta che arrivano nuovi inquilini li terrorizzano inscenando la presenza di fantasmi, nella speranza di tornare a vivere nell’appartamento “di sotto”. Per Carlo è un gioco che lo protegge da una vita misera e da una mamma assente. E per un po’ funziona, finché non arriva Myriam in fuga con la piccola Emma da un marito violento. Ma lei dei fantasmi non ha paura…; e della testimonianza, che culmina nell’incontro con cinque testimoni dell’inclusione, gli autori del film collettivo Isolation – Cinque Registi. Cinque Nazioni. Un Unico Continente: le regie sono di Michele Placido, della tedesca Julia Von Heinz, del belga Jaco van Dormael, del francese Olivier Guerpillon e dell’inglese Michael Winterbottom: si tratta di un docufilm a dieci mani in cui i cinque autori europei sono chiamati a raccontare i drammi e le rivoluzioni causate dalla pandemia nei propri Paesi, ciascuno da una prospettiva particolare ma insieme per un obiettivo comune, essere autori d’Europa uniti in una simbolica riunificazione del Continente.
Nella selezione delle Notti anche Una Relazione di Stefano Sardo con Guido Caprino, Elena Radonicich, Federica Victoria Caiozzo aka Thony, Libero De Rienzo (nella sua ultima interpretazione), Tommaso Ragno: una coppia da quindici anni – non sposati e senza figli, lui musicista, lei attrice, entrambi senza successo – vive a Roma; hanno comprato casa grazie a un mutuo, unica vera assunzione di responsabilità nella loro storia. Quando vengono invitati a cena da loro per un annuncio, gli amici pensano sia il matrimonio: Tommaso e Alice comunicano, invece, che hanno deciso di lasciarsi, ma in modo graduale, senza rompere, restando amici in modo naturale. La loro ambizione, legittima ma ingenua, finisce con lo scontrarsi con il principio di realtà̀: le storie finiscono perché́ le persone cambiano. E nessun cambiamento è, ne può essere indolore.
Ancora, le Notti Veneziane, attraversate da una particolare attenzione al rapporto tra il cinema e le altre arti, portano sullo schermo la magia dei nuovi narratori orali siciliani che si richiamano alla grande tradizione del cunto e dei cantastorie, con Cùntami di Giovanna Taviani; e quella della compagnia marionettistica più antica e famosa del mondo, con Diteggiatura, cortometraggio di Riccardo Giacconi.
In un percorso fatto di luci, ombre e orizzonti si entra nella la poliedrica manualità di Filippo Dobrilla – scultore quasi eremita – raccontato nel profondo Caveman di Tommaso Landucci. Si approda poi nei frammenti di una delle storie più avventurose del secolo scorso: quella dell’illustratore Hugo Pratt raccontato dal regista italo-svizzero Stefano Knuchel nella seconda puntata di una trilogia quale è il film Hugo in Argentina.
Ivano De Matteo, invece, porta altrove con la sua immaginazione e un cellulare, immergendoci in un insolito western romano costellato di personaggi imprevisti: benvenuti a Trastwest!
È un dialogo con il cinema e la vita, il monologo pensoso e disarmante dello sceneggiatore Umberto Contarello, che con il suo esordio alla regia, Parole, getta in campo il suo reale io.
Accanto a loro, il cinema indipendente nudo e sincero di Ciro De Caro con il suo etereo e magnetico GiULiA. Lo sguardo delle donne è centrale alle Notti Veneziane ed è allo stesso tempo politico e metaforico. Princesa di Stefania Muresu è un’elaborata anti-favola che collega con estetica inusuale riti oppressivi nigeriani e vita difficile in Sardegna per una ragazza animata dai suoi sogni; attraverso un lavoro sul campo con i bambini di un villaggio albanese dove regnano le leggi del Kanun (codice d’onore che regola la vita degli abitanti da più di 600 anni) Keti Stamo ne Les enfants de Cain, coproduzione italo-albanese, cerca di rompere questa logica di violenza. Due angoli nascosti in una periferia che sa di mondo più dei centri delle nostre città, infine, si fanno racconto nel cortometraggio di Maddalena Stornaiuolo, Coriandoli, dove le forme delle ombre di Scampia si travestono tra le parole di due bambini, e nel lungometraggio di Sabina Guzzanti che restituisce voce e corpo a un vivere condiviso che si pensa troppo spesso estinto: si tratta del condominio romano popolare multietnico ritratto nel film Spin Time, che fatica la democrazia!
Come in un cerchio che porta il proprio giro a compimento, le Notti Veneziane chiudono con un omaggio a Tonino de Bernardi, maestro del cinema underground osservato e ascoltato dall’amico e collega, Daniele Segre in Tonino De Bernardi – Un tempo, un incontro.
Inoltre, com’è nella tradizione di un progetto culturale che supera le dimensioni della semplice vetrina di opere in anteprima mondiale, anche quest’anno le Giornate riservano ampio spazio alla dimensione dell’incontro e dell’approfondimento: gli incontri e la collaborazione con Isola Edipo – promossa dalla Edipo Re Impresa Sociale di Sibylle Righetti e Enrico Vianello, sotto la direzione artistica di Silvia Jop -, luogo d’incontro e di cultura del pubblico giovane di tutta la Mostra, con il patrocinio della Veneto Film Commission e la mediapartnership di MYmovies. Due i temi portanti fin qui individuati: la formazione e l’inserimento di una nuova generazione nel sistema del cinema e dell’audiovisivo da un canto, l’attenzione al cinema del reale dall’altro. Nel fitto calendario di appuntamenti e visioni, con la Giuria, composta da Paolo Giordano, Lucia Mascino e Giovanni Truppi, chiamata ad assegnare la quarta edizione del Premio per l’Inclusione Edipo Re, si segnalano il ritorno di Elisabetta Sgarbi con i suoi Extraliscio ne La nave sul monte; il film collettivo realizzato dagli studenti dell’Università IULM di Milano, Vorrei sparire ma non morire, un racconto di Pupi Avati realizzato da Marta Erika Antonioli, Nicola Baraglia e Hilary Tiscione; la nuova utopia visiva di Daniele De Michele, Naviganti; le atmosfere terse del grande poeta evocate da Denis Brotto in Logos Zanzotto; il docu-film di Marta Miniucchi, Benelli su Benelli, che l’11 settembre concluderà il percorso dell’edizione 2021 con una grande festa.
Come un grande ponte tra arti e inclusione sociale, i luoghi di Isola Edipo saranno costellati da una serie di appuntamenti dedicati a diritti, salute, sostenibilità ambientale e formazione, oltre che condire luoghi proiezioni e incontri con l’annuale Social Food Festival, in collaborazione con la Rete Internazionale dell’Economia Sociale, che quest’anno coinvolgerà alcuni tra i più importanti chef e ristoratori del territorio a livello nazionale.
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