Esce giovedì 5 febbraio in oltre 500 sale Le barzellette il nuovo film di Carlo Vanzina, un collage di una settantina di episodi con il solo scopo di far divertire e uniti da una storia che lega i protagonisti della vita vera con i personaggi delle barzellette. Si va dalla Spagna dei toreri agli igloo eschimesi, da Michelangelo che dipinge la volta della Cappella Sistina ad un teatro dell’Ottocento, dalla Regina d’Inghilterra a Robin Hood.
Ad interpretare i vari personaggi protagonisti delle storielle, un cast guidato da Gigi Proietti che comprende Carlo Buccirosso, Enzo Salvi, Biagio Izzo, i Fichi d’India, Max Giusti, Chiara Noschese e Vito. L’idea è nata durante Febbre da cavallo – spiega Carlo Vanzina – quando Proietti mi raccontò di avere il sogno di raccontare la nascita e la morte attraverso le barzellette”. ”Abbiamo voluto dare fiducia al genere comico – aggiunge Enrico Vanzina, sceneggiatore della pellicola prodotta da Aurelio De Laurentiis – in Italia si fanno pochi film comici, qualcuno solo a Natale”.
Proietti respinge l’accusa di volgarità: “Moliere e Shakespeare sono popolari perché pieni di doppi sensi ma non si può dire certo che sono volgari”. Le barzellette spazia nel tempo ma non tocca la politica. “La barzelletta è un’entità misteriosa – dice lattore romano – non si sa mai chi la inventa. C’è chi le ama, chi non le ama e chi finge di non amarle perché ‘fa fino’. Ora c’è un ritorno delle barzellette tra i giovani, non vedo perché vergognarsi, sono microsceneggiature geniali. Il film è una sfida sul linguaggio, vedere se le barzellette funzionano anche sul grande schermo”.
“Per realizzare il film – spiega Enrico Vanzina – abbiamo letto oltre 20mila barzellette ma ormai dilagano su Internet. Abbiamo tolto soltanto quelle su carabinieri, matti e Pierino perché già c’erano stati dei film. Purtroppo da parte di molti c’è un atteggiamento snob: basti pensare che per il cast avevano pensato ad attori anche famosi i quali, appena gli abbiamo detto di che film si trattava, ci hanno risposto che non ne volevano neanche sentire parlare. Parlo anche di molte attrici che si vergognavano. E invece questo film ci riporta alla grande tradizione italiana, a quella dei Mostri, con gli stessi attori che cambiano look e situazioni nel film”.
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