“Per noi italiani l’autostrada è innanzitutto un racconto emotivo della nostra infanzia. La mostra, da un’idea della Presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia, intende valorizzare l’archivio e sottolineare l’importanza di una grandissima opera italiana”. Il sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni presenta così “L’alba dell’Autostrada del Sole”, alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma, inaugurata oggi e aperta fino al 28 febbraio. Immagini d’epoca e contemporanee raccontano la storia della principale arteria che congiunge l’Italia da Nord a Sud, dalla posa della prima pietra nel 1956 fino all’inaugurazione nel 1964. Gli scatti di tre fotografi – Luca Campigotto, Silvia Camporesi e Barbara Cannizzaro – dialogano con le immagini storiche provenienti dall’Archivio Luce e da altri Archivi. L’esposizione, curata dal Ministero della Cultura e da Cinecittà, si avvale anche dei filmati Luce sulla costruzione.
Nel presentare il progetto, Chiara Sbarigia esordisce citando il giornalista Pierluigi Battista che considera “la costruzione dell’Autostrada come un atto rivoluzionario, come il passaggio dal calesse all’auto”.
L’Autosole ha sfidato i limiti dell’ingegneria del suo tempo, con 113 ponti, 38 gallerie e soluzioni progettuali d’avanguardia firmate da ingegneri come Riccardo Morandi e Giorgio Macchi. Completata in otto anni, in anticipo rispetto alle tempistiche previste, è uno dei simboli del boom economico e del cambiamento della società italiana negli anni ’60. Un viaggio che iniziò il 19 maggio 1956 a San Donato Milanese, alla presenza del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, e si concluse il 4 ottobre 1964 a Firenze, con l’inaugurazione da parte del Presidente del Consiglio Aldo Moro. Sono aspetti affrontati nel volume Electa che accompagna la mostra e che ospita, oltre al corredo fotografico, testi di Lucia Borgonzoni, Pietrangelo Buttafuoco, Andrea Gritti, Tullia Iori, Chiara Sbarigia e Dario Voltolini.
“Non è stata la prima autostrada italiana ma è stata la prima che ha dato un senso di unità a tutto il paese”, ha proseguito Lucia Borgonzoni. “Pensiamo che, ancora durante la costruzione, il MoMA di New York ne espose i progetti. Venne ultimata tre mesi prima del tempo stabilito. E’ un capolavoro di ingegneria, il ponte sul Po a Piacenza era all’epoca il più lungo in Europa. La mostra racconta tutto questo soffermandosi anche sul costume, che cambia come cambiano le auto e le persone. Le persone che all’epoca dovevano andare da Napoli a Milano ci mettevano 24 ore senza fermarsi, invece attraverso l’Autostrada è cambiato tutto. Trasporta anche merci, oltre che persone, e nasce nel clima del boom economico in cui il nostro paese ha visto una crescita record nell’export. Ha ispirato scene di film, come Ieri oggi e domani di Vittorio De Sica. Soprattutto rappresenta il ‘saper fare’ italiano di cui spesso ci dimentichiamo, è un’opera che tutto il mondo ci invidiava e che ha fatto conoscere la grandezza delle nostre aziende”.
La presidente di Cinecittà Sbarigia, che definisce la A1 “regina viarum”, ricorda che Tullio Pinelli, “nel 1956, scrivendo La strada per Federico Fellini, si ispirava alla strada che passava l’Appennino innevato, dove vide un omone che trascinava un carretto che gli suggerì il personaggio di Zampanò. Quello era un paese che ben presto sarebbe divenuto arcaico”. E ancora: “Questa è una mostra polifonica e nazionale, che segnala anche l’incontro tra pubblico e privato con le aziende come Eni, Fiat e Pirelli che contribuirono all’opera. Come Archivio Luce ci piace raccontare tutto il paese e non solo Roma”. Ma la mostra, come si diceva, non ha una prospettiva esclusivamente storica. “Abbiamo coinvolto tre fotografi contemporanei – prosegue Sbarigia – che hanno dato immagini molto personali dell’Autostrada del Sole. Luca Campigotto l’ha raccontata in modo spettacolare, Silvia Camporesi ha scelto di osservare in modo lirico ciò si può vedere dall’autostrada, tra cui un tempio Sik e la casa di Ghirri, Barbara Cannizzaro si è concentrata sulla soste del viaggio, gli autogrill, tracciando un ritratto della popolazione”.
I tre artisti hanno spiegato il loro approccio. Luca Campigotto si è arrampicato su alcuni dei 530 cavalcavia per strappare immagini mozzafiato e grandi panorami immersi nella luce cangiante. “L’Autostrada non è un tema fotografico facilissimo e sexy ma il rapporto con il paesaggio che descrive è molto bello. Invece di fare foto aeree, che non amo, ho camminato intorno a questa bestia sinuosa di cemento. I primi 200 km da Milano verso Sud sono in pianura, poi cominciano per fortuna le colline. Mi sono sempre arrampicato in alto per scoprire le prospettive e, curiosamente, ho fotografato anche Baschi nel Lazio che fu protagonista della prima pubblicità dell’A1”.
Silvia Camporesi si è espressa in massima libertà a partire dalla commissione di Chiara Sbarigia. “L’Autostrada è un luogo pieno di caos che non ha una bellezza fotografica intrinseca. Quindi ho cercato di pensarla come il mezzo per raggiungere luoghi interessanti, tra questi il Duomo di Orvieto, il Vesuvio, la Madonna di San Luca a Bologna, il Duomo di Anagni, il Ponte di Calatrava, il castello di Baschi. Prima ho intrapreso un viaggio virtuale su Google Earth, quindi ho scelto trenta luoghi che esprimono bellezza o curiosità, come il tempio Sik nel Piacentino. Ho trovato una grandissima ricchezza e un’Italia poco nota e insolita”.
Barbara Cannizzaro è partita dalla sua specializzazione, la fotografia sociale. “Negli autogrill c’è un’umanità variegata e incredibile. Famiglie, coppie, persone al lavoro, tanti animali, è una babele contemporanea. Ho scoperto un mondo di persone estremamente gentili e aperte, ho bevuto caffè e mangiato insieme a questa umanità in transito”.
In platea anche l’ad di Cinecittà Manuela Cacciamani e il direttore dell’Archivio Luce Enrico Bufalini.
La direttrice della GNAMC Renata Cristina Mazzantini ha sottolineato che la mostra è importante per far comprendere come l’arte sia immersa nella vita reale di un paese. “Infrastrutture, velocità e automobili annullarono le distanze e cambiarono il ritmo della vita umana, temi che ben si inseriscono anche nel discorso sull’eredità del futurismo, in mostra in questi mesi alla GNAMC”.
In conclusione Gregorio Moretti, direttore comunicazione e marketing di Autostrade per l’Italia, afferma: “Rendere sexy l’autostrada è quello che cerchiamo di fare sempre e più che mai oggi a cento anni dalla prima autostrada e a 60 dall’Autostrada del Sole”.
La mostra è esposta dal 4 dicembre 2024 al 28 febbraio 2025 alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea
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