TORINO – Last Vegas, con il nome della città dell’azzardo e della vita notturna storpiato a suggerire un’ultima occasione di darsi alla pazza gioia, ha inaugurato alla grande il 31° Torino Film Festival, il primo dell’era Virzì, in un affollato Auditorium del Lingotto pronto a ridere alle improvvisazioni di Luciana Littizzetto, che apostrofava sindaco e assessori con al braccio il cartellino del prezzo (0 €) e sotto il braccio un red carpet portatile. Ogni riferimento al Festival di Roma non è da ritenersi puramente casuale, anche se il direttore, in smoking d’ordinanza ma portato con una certa nonchalanche, ha gettato nei giorni scorsi acqua sul fuoco delle polemiche. Tra Elliot Gould, Micaela Ramazzotti e Michele Placido, in una serata animata dalla street band di Bobo Rondelli e dai giocolieri del Cirko Vertigo, c’era anche Jon Turteltaub, l’autore di Last Vegas, regista della scuderia Disney con una propensione al fantasy, chiamato qui a dirigere con ritmo e autoironia quattro splendide pantere grigie che hanno accettato di autoridursi il cachet per il piacere di recitare insieme per la prima volta.
Mancavano, perché sarebbe stato troppo costoso ospitarli, i quattro divi ad altissimo tasso di Oscar – Michael Douglas, Bob De Niro, Morgan Freeman e Kevin Kline – che danno vita nella pellicola a un “bachelor party” fuori tempo massimo. Nella godibile anche se piuttosto prevedibile commedia, che in Italia uscirà il 23 gennaio con la Uip, Billy (Michael Douglas) è un manager di successo che sta per rinunciare alla sua condizione di scapolo d’oro per sposare una ragazza che ha quarant’anni meno di lui. Per l’occasione convoca a Las Vegas per l’addio al celibato gli amici d’infanzia Archie (Morgan Freeman) e Sam (Kevin Kline), che aderiscono entusiasti all’idea di ritagliarsi una parentesi al tran tran fra medicine per il cuore e nipotine da portare al parco. Meno convinto è il quarto amico, Paddy (Robert De Niro), che da quando ha perso l’amatissima moglie Sophie, è inconsolabile e oltretutto non perdona a Billy di aver disertato il funerale della donna, che un tempo amarono entrambi e che, imprevedibilmente, aveva scelto proprio lui, meno bello ma più simpatico. Così tra una battuta folgorante e una vincita al casinò, una bevuta di Redbull e una gara di bellezza a bordo piscina, i quattro conosceranno anche un’affascinante (quasi) coetanea (Mary Steenburgen) che riaccenderà la vecchia rivalità tra Billy e Paddy e farà capire a tutti che avere vicino una partner troppo giovane non è detto che sia il massimo. “Anche Mary ha vinto un Oscar, per Una volta ho incontrato un miliardario. È una donna elegante, affascinante, aperta e canta benissimo, anzi ha scritto un brano apposta per il film. E poi è talmente generosa che per recitare accanto a Michael Douglas, metteva le scarpe senza tacchi per non creargli imbarazzo sulla statura”, spiega il regista. E aggiunge che “i personaggi femminili in questo film si conoscono bene, sanno chi sono e cosa vogliono, mentre gli uomini fanno fatica a crescere, a stare al passo con la propria età e restano a lungo adolescenti, il che li rende immaturi ma anche sinceri e capaci di innamorarsi”.
Per Turteltaub mettere insieme un simile cast è stato un miracolo: “Se è difficile avere una star in un film, averne quattro è praticamente prodigioso”, ci dice. Azzarda anche qualche parola in italiano per conquistare la simpatia dei giornalisti: “Ho sempre sognato di portare un mio film in un festival europeo e adesso ho coronato il mio sogno. Spero di realizzare anche l’altro, quello di avere una Maserati gratis”, dice riferendosi a uno degli sponsor del festival. Last Vegas doveva avere come protagonista Jack Nicholson (ed erano circolati anche i nomi di Dustin Hoffman e Billy Cristal), quindi ha aderito Michael Douglas, reduce dal cancro alla gola. “De Niro ha accettato per il piacere di lavorare con lui – rivela il regista – e gli altri a ruota, nessuno di loro aveva mai recitato insieme. E a 70 ogni esperienza nuova è un fatto eccezionale”.
Ovviamente i quattro attori sono chiamati a dare ai rispettivi ruoli caratteristiche non lontane dalla loro vera personalità: Douglas è donnaiolo e vanesio, oltre che un po’ plastificato, Kline eccentrico e sopra le righe (ed è quello che ha improvvisato di più sul set), Freeman è scatenato e, nonostante i suoi 77 anni (è il più anziano del gruppo) si lancia anche in una scena di ballo in discoteca, De Niro è scontroso, timido e taciturno, un po’ come nella vita: “sul set passava le giornate a mandare sms non sappiamo a chi”. Turteltaub nega che al progetto manchi originalità. “So che molti lo paragonano alla serie Una notte da leoni, ma a parte l’ambientazione a Las Vegas, secondo me sono molto diversi. Il mio film parla di settantenni e di come ci si possa ancora godere la vita a quell’età”. Una curiosità: Last Vegas era vietato ai minori a causa del linguaggio spesso sboccato, ma ha ottenuto una nuova valutazione, grazie all’insistenza del regista. Tutto nasce dall’uso della parola pompino nella scena in cui Kevin Kline rinuncia a fare sesso con una ragazza per restare fedele alla moglie (nonostante questa l’avesse autorizzato regalandogli pasticca di viagra e condom) ma le chiede almeno un blow job. “Ho difeso quella scena – dice il regista – spiegando che quella parola la rendeva autentica e vera. E alla fine, non so come, li ho convinti”.
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