Auditorium della Conciliazione gremitissimo di ragazzi e ragazze, il pubblico di Alice nella città, per la matinée di 100 di questi anni, il film a episodi realizzato da Cinecittà e Groenlandia per i cento anni dell’Archivio Luce. L’energia irrefrenabile degli studenti e delle studentesse è esplosa in un applauso caloroso per salutare sul palco la presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia, insieme ad alcune delle artiste che hanno lavorato a questo progetto collettivo (che sarà in sala a marzo 2025): Claudia Gerini, Paola Minaccioni, Michela Andreozzi.
Gianluca Giannelli e Fabia Bettini, i direttori di Alice nella città, che condivide il film con la Festa di Roma, hanno introdotto la proiezione. “Cinecittà – ha spiegato Giannelli ai ragazzi – è un posto unico dove sono stati girati grandi capolavori del cinema. Qualcuno di voi conosce Fellini? È stato un grandissimo regista che ha trasformato Cinecittà in un sogno, in un luogo mitico. Per i cento anni del Luce si è deciso di fare un’operazione diversa per arrivare a un pubblico più giovane, come voi, e per raccontare Cinecittà e l’Archivio del Luce, che è un archivio sconfinato di immagini e fotografie dove è custodita la storia d’Italia. Tutto questo ha cento anni ma può essere rivitalizzato. Per farlo a Cinecittà hanno pensato a un film composto da sette cortometraggi affidati a sette registi di commedia”.
Chiara Sbarigia ha esordito invitando tutti ad andare a Cinecittà: “da soli, con le famiglie, con gli insegnanti, è un posto divertente dove ci sono un sacco di cose buffe da vedere e si capisce qualcosa del dietro le quinte del cinema e della televisione. L’Archivio si conosce poco, anche se è su YouTube, quindi noi cerchiamo dei modi per portarlo fuori. Un modo bello è stato coinvolgere questi autori che l’hanno trasformato in una maniera che vi divertirà e forse vi farà venire la curiosità di vedere qualcosa in più”.
Claudia Gerini ha raccontato: “Non conoscevo così bene l’Archivio. Il Luce ha documentato per cento anni la società e il costume italiani, le vacanze, le cure di bellezza, tutto. All’epoca non c’erano i Tg ma i cinegiornali che si guardavano al cinema. Ogni regista ha optato per un argomento, io ho scelto una scuola di economia domestica e i concorsi di bellezza. Per me è stato un tuffo nel passato, come sfogliare le foto dei nonni. Ho capito da dove vengo e chi sono. A Cinecittà sono nata perché andavo a fare i provini a 15 anni, è un posto magico, dove c’è la Roma Antica, Venezia, una navicella spaziale che atterra, racchiude veramente la magia del cinema”.
Paola Minaccioni, spassosa interprete del corto di Claudia Gerini, si è divertita molto a girarlo. “Claudia mi ha dato la possibilità di vedere questi materiali che non conoscevo e realizzare che 70 anni fa le donne erano costrette a partecipare a dei corsi per diventare mogli ideali, scuole dove si insegnava a pulire la vasca da bagno o ad accogliere il marito la sera con un sorriso. Nel film io interpreto mia nonna, la prima imitazione della mia vita, che ho iniziato a fare in casa e che poi è diventata un personaggio teatrale. Una signora di un secolo fa che racconta come ha affrontato la sua vita in un’epoca in cui le donne vivevano in modo molto diverso da oggi. Ma voi lo sapete fare un uovo alla coque?”.
Regista di un altro dei corti, Michela Andreozzi aggiunge: “Il registro della commedia aiuta, adesso ci sono i telefonini e i social, si può registrare ogni momento delle nostre vite, l’Istituto Luce faceva lo stesso quando non c’erano i supporti per registrare. Ho deciso di trattare il tema della bellezza perché in questi filmati c’era tantissimo materiale su come è cambiata la percezione di questo aspetto. Ognuna di noi, quando si guarda allo specchio, è scontenta, ma le donne di oggi stanno cominciando a prendere coscienza del fatto che possono sentirsi bene così come sono. Si parla di body shaming, sono temi nuovi che non esistevano quando ero ragazza e tanto meno 100 anni fa. Ho cercato di capire anche dove sta andando il mondo, di parlare del futuro”. E aggiunge: “Nel film si parla di Cinecittà, della criminalità, della musica, del matrimonio… Ci sono artisti che tutti amano come Rocco Papaleo. Il mix tra Archivio Luce e nostro lavoro ha una freschezza che penso che voi possiate cogliere e raccogliere”.
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