Dispiace e pure un po’ preoccupa il pessimo risultato al botteghino dell’uscita evento di Mahmood di Giorgio Testi. Il documentario sul cantautore di successo, vincitore di due Festival di Sanremo, ieri era all’ultimo posto della Top Ten con 40.465 euro totali di incasso nei tre giorni di uscita che corrispondono solo a 4mila spettatori. Uno dei peggiori risultati di Nexo Digital, casa di distribuzione specialista in questo tipo di uscite e fresca dell’ottimo risultato del doc sull’età dell’oro della squadra del Milan, Stavamo bene insieme che aveva chiuso lo scorso weekend al quarto posto della classifica con 294mila euro.
Solo per fare un paragone, fatte le debite proporzioni, il più recente documentario musicale uscito al cinema, Moonage Daydream di Brett Morgen su David Bowie, distribuito da Universal in un numero maggiore di sale, nei suoi primi tre giorni-evento (26-28 settembre), è stato primo in classifica con un totale di 405.420 euro. Difficile capire come mai il film Mahmood, prodotto da Red Carpet, una società del Gruppo Ilbe, e presentato dallo stesso artista anche ad Alice nella città, la sezione autonoma e parallela della Festa del cinema di Roma dedicata ai più giovani, abbia interessato solo 4mila persone in tutta Italia. Il timore è che possano non funzionare più tanto in sala neanche le uscite-evento. Meno probabile che a scoraggiare gli spettatori sia stata la notizia che prossimamente il film sarà reso disponibile su Amazon Prime, la piattaforma che ha ospitato altri due film, non usciti in sala, su due amati cantanti italiani, Tiziano Ferro e Laura Pausini.
Scritto da Virginia W. Ricci con le interviste alla mamma del cantante, Anna Frau e della sua famiglia sarda, agli amici e ai musicisti Blanco, Carmen Consoli e Dardust, Mahmood mostra pure numerosi e inediti filmini di famiglia in cui per una volta appare anche il padre tornato in Egitto quando lui era piccolo.
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