‘La solitudine è questa’, un road doc movie racconta Pier Vittorio Tondelli

Sette scrittori italiani under 40 raccontano Pier Vittorio Tondelli, morto nel 1991 a soli 36 anni, in un docufilm in cui libri e parole prendono la forma di un lungo viaggio. Di Andrea Adriatico.


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“Essere giovani, in quel decennio, significa una cosa importantissima: essere presi in considerazione. Avere la consapevolezza che il destino della società si giocava ed era giocato sulle proprie spalle: i ragazzi erano la piazza”.   

È la voce di Lorenzo Balducci, uno dei due “intervist-attori “che Andrea Adriatico ha scelto per dipingere il suo ritratto inedito di Pier Vittorio Tondelli, uno dei maggiori esponenti della letteratura postmoderna italiana, morto nel 1991 a soli 36 anni. Un viaggio corale attraverso ciò che rimane e rimarrà per sempre: le sue parole e i suoi libri, riletti da giovani scrittrici e scrittori nati proprio negli anni ’80, esattamente quelli che Tondelli ha attraversato e descritto.

“Per molti quegli anni sono stati anche divertenti, creativi, fertilissimi, pieni di fantasia aggiunge Tobia De Angelis. “Forse di quegli anni, quel ragazzo e io, rivorremmo un po’ di progettualità e di tensione ideale”.

Lorenzo Balducci e Tobia De Angelis

Sette inviti alla lettura raccolti in un anomalo “road doc movie” il cui percorso è tracciato proprio dai due attori, che incarnano le parole e i corpi dei romanzi e degli scritti di Tondelli. Il viaggio, tema centrale della vita e dell’opera di Tondelli, cantore prediletto di un’intera “lost generation” postmoderna, accompagna la riscoperta di titoli che mostrano tutta la loro attualità.  Sulle orme di Tondelli e della sua ‘solitudine’, i due protagonisti incontrano le voci della nuova letteratura italiana, in altrettanti luoghi ‘tondelliani’.

E così Viola Di Grado, durante la processione del Corpus Domini a L’Aquila, racconta Altri libertini, l’opera prima del 1980 che proprio nel capoluogo abruzzese fu sequestrata per oscenità e lanciò Tondelli all’attenzione del pubblico e della critica.

Alcide Pierantozzi ci immerge, viaggiando tra Roma e Orvieto, nelle atmosfere del romanzo Pao Pao, che Tondelli ambienta nelle due città per raccontare il suo servizio militare.

Sulle spiagge di Rimini Alessio Forgione racconta il libro di maggior successo, Rimini, mentre a Porta Sempione, a Milano (città dove ha vissuto e lavorato negli ultimi anni), Paolo Di Paolo svela i dettagli dell’unico testo teatrale di Tondelli, Dinner party.

A Correggio, nel paese in cui lo scrittore è nato il 14 settembre 1955, Angela Bubba legge e commenta Biglietti agli amici in piazza Tondelli, di fronte al liceo frequentato dal giovane autore, mentre Claudia Durastanti narra l’avventura editoriale della raccolta di articoli Un weekend postmoderno tra Firenze e Bologna (le città delle passioni artistiche e degli studi di Tondelli), con un’inevitabile tappa di fronte alla casa di Andrea Pazienza.

A chiudere il viaggio, a Berlino, città emblematica del rapporto dell’autore con l’Europa, è Jonathan Bazzi, a cui è affidato il compito di svelare Camere separate, l’ultimo doloroso romanzo sulla malattia e la morte, uscito nel 1989, a chiusura di un decennio vissuto pericolosamente.

Tondelli si è fatto carta assorbente del suo tempo in presa diretta, ha abbracciato la cultura della notte e l’interdisciplinarietà tra le varie forme artistiche: cinema, musica, teatro, moda e fumetto, tutti elementi che hanno caratterizzato il suo linguaggio ma che hanno anche fortemente condizionato quello dei narratori nati dopo di lui.

La sua solitudine è anche quella del viaggiatore: Tondelli era un viaggiatore instancabile, amava celebrare la provincia e mitizzare l’Europa e l’America come terre di libertà e piacere. Viaggiare però non era solo conoscere altre città, altre lingue, andare a Berlino o Tunisi sulle orme di autori e artisti amati; spesso bastava una discoteca di Rimini o Riccione per osservare la gente. E così il regista lo immagina: “capace di isolarsi nel rumore più assordante, prendendo mentalmente i suoi appunti e intrecciando ineludibilmente vita e scrittura”.

La solitudine è questa, di Andrea Adriatico

Prodotto da Cinemare con Pavarotti International 23 srl

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Giovanna Pasi
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