L’omaggio a Valentina Pedicini è il cuore pulsante della 36ma Settimana internazionale della critica, la prima guidata dalla delegata generale Beatrice Fiorentino, con accanto i selezionatori Enrico Azzano, Paola Casella, Simone Emiliani, Roberto Manassero. Un’edizione dalla forte impronta autoriale e con molto cinema italiano. A partire proprio dalla riproposta del corto del 2016 Era ieri, con cui la compianta cineasta fu a Sic@Sic. Altro evento speciale della sezione, in chiusura, è il cortometraggio A Chiara di Jonas Carpignano (2019, 12′), una sorta di video preludio al film appena passato e premiato alla Quinzaine des Réalisateurs.
Nella competizione principale troviamo due opere prime a firma italiana: l’esordio di Alessandro Celli, con Alessandro Borghi e Barbara Ronchi, Mondocane, favola distopica nella Taranto di un prossimo futuro con la città cinta da filo spinato e abitata solo da i più poveri che lottano per la sopravvivenza. La banda criminale delle Formiche, al cui apice c’è il carismatico Testacalda, si contende il territorio con un’altra gang. Due orfani tredicenni hanno come sogno quello di entrare nella banda: Pietro, detto Mondocane, supera la prova d’accettazione e impone Christian, detto Pisciasotto, al gruppo. Il film è prodotto da Groenlandia e Rai Cinema.
L’altro italiano è piuttosto un “film del mondo”, come lo definisce Beatrice Fiorentino che insiste sul fatto che il cinema “mai come quest’anno supera le barriere e i confini”, si tratta di Mother Lode di Matteo Tortone, un’opera in bianco e nero, ambientata in Perù, tra Lima e la città mineraria La Rinconada sulle Ande peruviane. Un racconto che valica le barriere dell’osservazione documentaria per denunciare le contraddizioni di una società disposta a sacrificare tutto sull’altare del Dio denaro. Coproduzione italo-franco-svizzera ha per protagonista Jorge, 21 anni, che vive nel quartiere popolare di Villa Maria del Triumpho a Lima. Mentre per tirare a campare guida i moto-taxi, sogna di diventare meccanico e aprire una propria officina. Nel nome di un futuro migliore attraversa il Paese per cercare fortuna in miniera, ma strada facendo scopre che molti minatori vi sono scomparsi. Sospesa a 5.300 metri di altitudine sulla Cordigliera delle Ande, la città scatena da sempre la febbre dellʼoro, facendo scommettere agli esseri umani il proprio destino sopra il mito dellʼabbondanza delle miniere del ghiacciaio de la ‘Bella durmiente’.
Gli altri titoli in lizza sono Eles transportan a morte di Helena Girón e Samuel M. Delgado (Spagna, Colombia) ambientato nel 1492 alla vigilia del viaggio di Cristoforo Colombo; Erasing Frank di Gábor Fabricius (Ungheria) a Budapest nel 1983 con protagonista il leader di un gruppo punk inviso al regime; Detours di Ekaterina Selenkina (Russia, Olanda) con i nuovi modi di spaccio e i pusher del dark web nella Mosca contemporanea; A salamandra di Alex Carvalho (Brasile, Francia, Germania) con una strepitosa Marina Fois in un mélo seducente e inquietante; Zalava di Arsalan Amiri (Iran) ghost story nell’Iran pre rivoluzione islamica con un villaggio in preda a un’ossessione.
Tutti i sette film sono in corsa per il Leone del Futuro Luigi De Laurentiis e concorrono al Premio principale della Sic del valore di € 5.000, il Gran Premio Settimana Internazionale della Critica, assegnato da una giuria internazionale composta da Claudio Cupellini, Vanja Kaludjercic e Sandrine Marques. Il Premio Circolo del Cinema di Verona viene invece assegnato da una giuria composta da soci under 35 del Circolo al film più innovativo della sezione; il Premio Mario Serandrei – Hotel Saturnia per il Miglior Contributo Tecnico, è assegnato da una commissione di esperti composta da Massimo Causo, Adriano De Grandis e Silvana Silvestri.
Eventi speciali della Sic sono il Film d’apertura Karmalink dell’americano Jake Wachtel ma girato in Cambogia, storia di memoria, coscienza collettiva e karma, e il Film di chiusura La dernière séance di Gianluca Matarrese (Italia, Francia), confessione intima e audace tra il regista (premiato a Torino per il documentario Fuori tutto nel 2019) e il suo amante, in un gioco di dominio e sottomissione che passa attraverso il bondage, i traumi dell’Aids e la teoria delle immagini.
Franco Montini, presidente del SNCCI, sottolinea ancora una volta come “compito della Sic sia la ricerca e la scoperta di nuovi autori, un compito assolto quest’anno nonostante le difficoltà della pandemia e la vicinanza dei grandi festival, Locarno ma anche Cannes, slittato a luglio”. E su questo aspetto Beatrice Fiorentino puntualizza: “Abbiamo sentito molto la vicinanza di Cannes, il che ha comportato un’accelerazione sui tempi, ma è stata forse meno impattante del previsto perché abbiamo avuto molti più film tra cui scegliere, ben 600. Con Giona Nazzaro, ex delegato della Sic e ora direttore del Festival di Locarno, c’è stato invece un rapporto sempre amichevole, anche se ognuno di noi, chiaramente, ha giocato la sua partita”. E se Paola Casella nota come la pandemia abbia “gravato di più sulle donne, riducendo a un sesto i lungometraggi a firma femminile visionati, meglio è andata con i corti, dove ci sono arrivate molte proposte di donne. Proprio sul corto, le registe, che evidentemente hanno retto il peso familiare e della didattica a distanza nel 2020 e 2021, hanno dato il meglio di sé”. Infine Fiorentino spende un pensiero emozionato sull’importanza degli abbracci, protagonisti della bellissima locandina di Emiliano Mammuccari, Mauro Uzzeo e Fabrizio Verrocchi. “E’ ispirata a un momento della Settimana del 2016, l’abbraccio del team del film Los Nadie colto da un’istantanea. Una foto rimasta impressa e che ci ha guidato durante un anno di riunioni a distanza in cui sognavamo di rivivere la sala in presenza”.
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