La sala cinematografica 3.0 nel mercato globale

SORRENTO – Per far sì che il cinema possa crescere, senza rimanere chiuso dentro i confini nazionali, bisogna scommettere su un mercato più ampio. Dunque, il confronto con gli altri Paesi è fondamentale, ed è il primo passo anche per far avvicinare le persone, soprattutto i giovani, alla settima arte.

Questi sono stati i temi al centro dell’ultimo panel organizzato dalle Giornate professionali di cinema di Sorrento, La sala cinematografica 3.0 nel mercato globale.

“Il Programma Europa Creativa ha messo a disposizione nuovi fondi anche riguardanti l’innovazione e l’ingaggio del pubblico – ha detto il presidente dell’Anec Mario Lorini, aprendo l’incontro – Mettendo insieme le nostre esperienze, e confrontandoci con i ministeri della cultura delle altre nazioni europee, possiamo crescere a livello mondiale”.

“La chiave è il pubblico e dobbiamo riportare le persone in sala – ha sottolineato in collegamento video Nicola Borrelli, Direttore generale Cinema e audiovisivo del MiC – Stiamo registrando con favore il fermento produttivo di questo momento. Non sono mai state prodotte così tante opere cinematografiche negli ultimi quarant’anni. Ma dobbiamo considerare quel che sta accadendo nelle sale e focalizzarci sulle presenze. La pandemia ha accelerato qualcosa che era già in corso, per questo vanno messe a punto delle strategie efficaci”.

Per Luigi Lonigro, presidente Unione Editori e Distributori Anica, “l’Italia ha risentito di un protocollo di sicurezza molto più rigido rispetto a quello attuato da altri Paesi europei, che oltretutto non è servito a rassicurare il pubblico. In UK le misure di sicurezza sono minori e le sale strapiene. È arrivato anche il momento di fare una scelta. Bisogna decidere cosa è pronto per andare in sala, e può impattare sul pubblico pagante, e quale prodotto, invece, può trovare spazio sulle piattaforme. Non tutti i film vanno bene per il cinema. Ci deve anche essere una regolamentazione riguardante la tempistica degli sfruttamenti”.

Benedetto Habib, Presidente Unione Produttori Anica, si è chiesto: “Chi sono i nostri supereroi? Gli autori italiani. Dobbiamo coltivare e investire su questa nuova generazione”.

Laura Houlgatte, Ceo di Unic (International Union of Cinemas), ha portato la sua esperienza internazionale al tavolo di confronto. “Il cinema ha bisogno di pubblico. C’è voglia da parte del pubblico di tornare nelle sale, ma non è abbastanza. No Time To Die ha fatto registrare cifre record. Ora bisogna capire chi è che ha il desiderio nell’immediato di andare al cinema, e chi invece ci sta mettendo di più, perché sta aspettando di tornare a vivere l’esperienza del grande schermo in tutta sicurezza. Gli anziani sono quelli che si sentono meno sicuri in questo momento. In Europa sono state molte le campagne per riportare le persone in sala. È importante ricordare a tutti quanto è favoloso andare al cinema”.

Houlgatte, che lavora a Bruxelles, ha poi concluso: “Siamo ancora in piena crisi e lottiamo per la sopravvivenza dell’industria cinematografica europea. Tutta la catena è coinvolta, dalla produzione alla distribuzione. Tra i temi importanti da affrontare in questo momento c’è anche l’innovazione al cinema. Ricordiamoci che il cinema ha una ricaduta economica importantissima per il territorio, non è solo una grande esperienza”.