La rosa bianca


La rosa bianca “Se Private è stato escluso dall’Oscar, La rosa bianca ci ripaga ampiamente e mi auguro che entri nella cinquina del miglior film straniero”. Luciano Sovena parla come amministratore delegato dell’Istituto Luce, ma anche come sostenitore di un film visto e acquistato alla Berlinale, prima che un doppio premio (Orso d’argento e premio all’attrice Julia Jentsch) ne confermasse l’indiscutibile valore. Morale innanzitutto. Perché ricostruisce con grande ritmo drammatico gli ultimi giorni della ventunenne bavarese Sophie Scholl che, arrestata per aver distribuito volantini antinazisti nell’ateneo di Monaco il 18 febbraio del ’43, seppe tenere testa agli accusatori e morì insieme agli altri giovani del gruppo della Rosa bianca. Un episodio di Resistenza alla dittatura hitleriana purtroppo isolato che il film di Marc Rothemund sta portando in giro per il mondo: la pellicola ha già vinto molti premi e ora andrà all’Oscar in rappresentanza della Germania. “L’episodio era stato raccontato anche in un film del 1981, fortemente avversato dal governo, mentre ora le cose sono cambiate e abbiamo avuto il sostegno pubblico”, spiega il regista.

E’ cambiata, senza dubbio, la coscienza di un popolo che a lungo ha cercato di seppellire il senso di colpa nell’imperativo del consenso globale al regime, dell’impossibilità di opporsi. Eppure il film, che si basa sui verbali degli interrogatori e del processo sommario, oltre che su testimonianze private, mostra come Sophie “non fosse un’eroina o una santa quanto una persona di grande coraggio civile ma assolutamente normale, tanto che all’inizio mentì nel tentativo di salvarsi la vita”.

In Germania La rosa bianca ha avuto un milione di spettatori, soprattutto giovani, in Italia ha già mobilitato gli universitari che hanno volantinato in ricordo del gruppo di oppositori al Terzo Reich, mentre il 26 ottobre alle 11 presso il Rettorato dell’Università di Roma La Sapienza si terrà un dibattito sul coraggio di opporsi alle ingiustizie del proprio tempo coordinato da Steve Della Casa. Per chi volesse saperne di più, si consiglia anche il volume di Paolo Ghezzi edito dalla Morcelliana “Sophie Scholl e la Rosa Bianca”.

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25 Ottobre 2005

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