L’Italia dagli anni ’60 a metà degli anni ’80 fu un vero laboratorio artistico a cui guardò tutto il mondo, una storia poco conosciuta che viene raccontata da La rivoluzione siamo noi (Arte in Italia 1967/1977) di Ilaria Freccia, già al Festival di Torino e distribuito da Istituto Luce-Cinecittà, è ora disponibile VOD su Cgdigital.it e sulle principali piattaforme.
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Il documentario prende il titolo da una foto-manifesto di Joseph Beuys con l’artista tedesco che avanza spedito come in un ‘quarto stato’ in solitaria. Una sintesi perfetta per indicare, attraverso uno sterminato apparato iconografico, materiale di repertorio e interviste, quell’irripetibile momento creativo. Anni unici durante i quali si sono ritrovati a convivere insieme artisti come Marina Abramovic, Michelangelo Pistoletto, Andy Warhol, Luigi Ontani, Pino Pascali, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis e appunto Beuys, insieme a galleristi di fama internazionale come Lia Rumma e Fabio Sargentini.
Basti solo pensare che la galleria Lia Rumma, fondata a Napoli nel 1971, fu inaugurata con una personale di Joseph Kosuth: ‘L’ ottava investigazione (A.A.I.A.I.), proposizione 6′. Da allora nei suoi spazi passarono le nuove tendenze della scena internazionale tra cui l’Arte Povera, la Minimal Art, la Land Art e l’Arte Concettuale presentando artisti consolidati ed emergenti tra cui, oltre i già citati, Abramovic e Pistoletto, Giovanni Anselmo, Alberto Burri, Gino De Dominicis, Donald Judd, William Kentridge, Anselm Kiefer, Robert Longo, Reinhard Mucha, Haim Steinbach, Thomas Ruff e molti altri. Stesso discorso per Fabio Sargentini e la sua storica Galleria L’Attico di Roma che ha lanciato molti artisti tra cui Pino Pascali, Kounellis, Luigi Ontani, Piero Pizzi Cannella, Nunzio, Sergio Ragalzi, Giancarlo Limoni, Claudio Palmieri, Enrico Luzzi, Marco Tirelli e Claudio de Paolis.
“Volevamo restituire il sapore di quegli anni attraverso i ricordi dei protagonisti, intervistati oggi, insieme alle testimonianze dell’epoca, per creare così un movimento continuo tra passato e presente – dicono nelle note Ilaria Freccia e Ludovico Pratesi (che ha co-ideato il documentario) -. Abbiamo trascorso giorni e giorni negli archivi, per cercare attimi di vita vissuta da riportare alla luce: uno sforzo che ha dato una serie di frutti insperati grazie all’enorme disponibilità di protagonisti e testimoni del tempo, che ci hanno aiutato a restituire una narrazione in diretta di quegli anni. Un’occasione straordinaria di scoprire frammenti di vita quotidiana… in una fusione tra arte e vita che ha reso quegli anni indimenticabili”.
Diretto da Fabrizio Corallo che ne firma anche la sceneggiatura con Silvia Scola, è ricco di testimonianze e materiali d’archivio. Con Luca Argentero e Barbara Venturato
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