Uno dei titoli che più hanno attratto l’attenzione dell’ultimo Torino Film Festival, con elogi della stampa (non soltanto di settore) e tanti spettatori collegati virtualmente per la prima online, arriva ora a disposizione di un pubblico più ampio per far scoprire e riscoprire un mondo affascinante e irripetibile. Leggi l’articolo di Cinecittà News
La rivoluzione siamo noi, il film documentario diretto da Ilaria Freccia, da un’idea della regista e del curatore e critico d’arte Ludovico Pratesi, prodotto e distribuito da Istituto Luce-Cinecittà, porta sugli schermi il racconto brillante, vivace e visionario di un momento straordinario nella storia dell’immaginario del nostro Paese: gli anni tra il ’68 e la fine dei ’70 in cui l’Italia fu uno dei centri propulsori e incandescenti a livello globale di un nuovo modo di leggere il mondo, le regole sociali e i rapporti, attraverso l’Arte.
Un viaggio che si snoda attraverso racconti e immagini di alcuni nomi che hanno fatto e fanno la storia del contemporaneo: Marina Abramovic, Michelangelo Pistoletto, Andy Warhol, Luigi Ontani, Pino Pascali, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis, Joseph Beuys. Galleristi di fama internazionale con racconti epici, come Lia Rumma e Fabio Sargentini. E una raccolta impressionante di archivi filmici, visivi, fotografie, provenienti da istituzioni, musei, gallerie, collezionisti, in grado ancora oggi di stupire per bellezza, provocazione, vitalità creativa. Una festa per lo sguardo. Non una storia, ma un viaggio mobile dentro un movimento che ha messo per un pugno di anni, attraverso un pugno di divertiti eroi, l’Italia al centro del quadro mondiale.
La rivoluzione siamo noi arriva a gennaio sulle piattaforme Apple Tv, iTunes, Google Play, iTunes, CG Digital, Chili con il suo trascinante racconto.
“Volevamo restituire – scrivono nelle note di regia Ilaria Freccia e Ludovico Pratesi – il sapore di quegli anni attraverso i ricordi dei protagonisti, intervistati oggi, insieme alle testimonianze dell’epoca, per creare così un movimento continuo tra passato e presente. Abbiamo trascorso giorni e giorni negli archivi, per cercare attimi di vita vissuta da riportare alla luce: uno sforzo che ha dato una serie di frutti insperati grazie all’enorme disponibilità di protagonisti e testimoni del tempo, che ci hanno aiutato a restituire una narrazione in diretta di quegli anni. Un’occasione straordinaria di scoprire frammenti di vita quotidiana… in una fusione tra arte e vita che ha reso quegli anni indimenticabili”.
Tra la metà degli anni ’60 e il 1980 l’arte in Italia conosce un momento di gloria sulla scena internazionale. La scena animata dagli artisti emergenti, suddivisa prevalentemente tra Torino, Roma e Napoli, si nutre di un clima vitale e dinamico, con continui e fertili scambi tra arti visive, teatro, letteratura, musica e cinema. Il momento politico e culturale determinato dal ’68, porta l’arte a uscire dalle gallerie e dai musei per entrare a contatto con la vita quotidiana, spesso con opere strettamente collegate alle istanze della politica e ai profondi cambiamenti sociali in atto. Artisti come Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Alighiero Boetti e Jannis Kounellis sperimentano nuovi linguaggi come performance, installazioni e happening, in relazione con la scena internazionale, aperta alle sperimentazioni. L’arte esce dalla cornice del quadro per invadere il mondo, entrare nelle strade e nelle piazze, nei garage e nei parcheggi sotterranei, in un incredibile intreccio con la realtà quotidiana dell’epoca. I galleristi e i critici italiani aprono le porte agli artisti internazionali più estremi, come Joseph Beuys, Herman Nitsch o Marina Abramovic, che trovano nel nostro paese occasioni di sperimentare linguaggi visionari e provocatori con grande libertà. In quegli anni diventiamo protagonisti della cultura contemporanea internazionale, con un’intensità straordinariamente vivace e radicale. Il documentario illustra un periodo che vede l’Italia al centro dell’avanguardia, con gallerie sperimentali come l’Attico o lo Studio Morra, le grandi mostre come Arte Povera+ Azioni Povere negli Arsenali di Amalfi o Contemporanea nel parcheggio di Villa Borghese a Roma, insieme a festival di danza, teatro e poesia animati da personaggi come Philip Glass o Trisha Brown. Un racconto visivo dal ritmo serrato, arricchito da materiali di repertorio, film d’arte e filmati inediti e dalle rare testimonianze di artisti, critici, galleristi e fotografi, protagonisti di quegli anni davvero incandescenti, per cogliere l’atmosfera di un paese travolto da un cambiamento vissuto all’insegna della creatività.
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