“Le stelle stanno tornando a Cinecittà. I mitici Studi nella città eterna hanno recuperato lo splendore di un tempo, dopo diversi decenni vissuti nell’ombra”.
Così scrive la corrispondente della Vanguardia Anna Buj, titolando il suo articolo El renacer de Cinecittà (La rinascita di Cinecittà).
Dopo il New York Times, The Economist, The Sunday Times, The Guardian, Variety e Le film francais, oggi anche un lungo articolo su La Vanguardia parla del ritorno delle star nella “Hollywood sul Tevere”.
“Lì nello Studio 5 dove Fellini girò Amarcord, gli addetti alla produzione stanno finendo di sistemare la sabbia che apparirà in Those about to die, la serie sui gladiatori di Roland Emmerich con Anthony Hopkins” – scrive ancora la giornalista, che elenca uno ad uno i numerosi set al lavoro incontrati durante la sua visita agli Studios di via Tuscolana: da quello con le architetture messicane realizzate per Queer, il film di Luca Guadagnino con Daniel Craig, alla perfetta ricostruzione della Milano degli anni ’20 per M: Il figlio del secolo, tratto dal libro di di Antonio Scurati e diretto da Joe Wright, fino all’adattamento per Netflix del Decameron di Boccaccio che porta la firma di Jenji Kohan.
“È un momento importante per Cinecittà, che sta dimostrando di poter svolgere nel mondo audiovisivo di oggi il ruolo che ebbe negli anni ’50 e ’60” – dichiara al quotidiano l’AD di Cinecittà, Nicola Maccanico.
“Ci sono diversi fattori che hanno portato a questo risultato” – continua la corrispondente. In primis il grande incremento delle produzioni per le piattaforme dopo il freno provocato dalla pandemia, poi il sistema fiscale vantaggioso per l’industria del cinema, e un periodo in cui due grandi maestri come Sorrentino e Guadagnino competono per i maggiori premi”.
“E poi c’è il fattore emotivo” – aggiunge l’AD Maccanico. “Molti dei registi di oggi che si ispirano ai grandi di ieri come Fellini o Visconti vogliono venire a girare qui”. “Tra loro Nanni Moretti, tornato a Cinecittà per girare una parte del suo ultimo film, Il sol dell’Avvenire”, precisa Anna Buj.
Secondo la giornalista “certamente ha molto aiutato anche il fatto che da un anno e mezzo Cinecittà si sia dotata del Ledwall più grande d’Europa (al Teatro 18, ndr), che permette ai registi di girare direttamente con gli effetti visivi preprodotti senza usare il green screen come nel passato, quando questi si dovevano aggiungere in postproduzione. La prima ad utilizzarlo fu Angelina Jolie che l’anno scorso vi girò Without Blood, tratto dal libro di Alessandro Baricco (…)”
“I registi amano Cinecittà Perché la luce di Roma è molto speciale, e aiuta a creare contenuti di maggior qualità” – chiosa Maccanico. “E poi se parliamo di film ambientati nell’antica Roma, quale luce è migliore di quella vera?”
Al via MyRoma, appuntamenti mensili nel cuore di Roma, parlando di Cinecittà e della linea culturale portata avanti dalla Presidente Chiara Sbarigia
La presidente di Cinecittà, protagonista di un incontro nell'ambito di MYROMA, parla a ruota libera: dallo spazio dato alle arti alle celebrazioni del centenario dell'Archivio Luce
L’esposizione di Archivio Luce Cinecittà ha attratto circa 70mila visitatori. Ideata dalla Presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia, che ne è curatrice con Dario Dalla Lana, la mostra è stata inaugurata il 24 gennaio 2024 e prorogata alla fine di settembre a seguito dell’eccezionale accoglienza ricevuta da pubblico e critica
Il documentario, scritto e diretto da Francesco Zippel, è una coproduzione Quoiat Films, Rai Documentari e Luce Cinecittà con il contributo di Rai Teche, distribuito da Lucky Red