La retrospettiva della Berlinale dedicata alla luce

“The Aesthetics of Shadow. Lighting Styles 1915–1950” è il titolo della retrospettiva della 64esima Berlinale (6-16 febbraio 2014)


“The Aesthetics of Shadow. Lighting Styles 1915–1950” è il titolo della retrospettiva della 64esima Berlinale (6-16 febbraio 2014). Il pubblico avrà la possibilità di scoprire i diversi stili di fotografia al cinema e come la luce viene usata nei vari generi in Giappone, USA ed Europa. “Ammiriamo film come Rashomon di Akira Kurosawa, ma in genere ignoriamo il nome del cameraman e degli esperti della luce che insieme al regista hanno creato quel capolavoro di luci e ombre. La nostra retrospettiva metterà in luce proprio questo aspetto”, ha detto il direttore della Berlinale Dieter. La retrospettiva, curata dalla Deutsche Kinemathek insieme al Museum of Modern Art di New York, sarà mostrata anche nella Grande Mela ad aprile.

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07 Novembre 2013

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Wenders, Orso d’oro alla carriera

Alla prossima edizione della Berlinale, 5-15 febbraio 2015, sarà presentata una retrospettiva dei film del regista, a cui il festival renderà omaggio. lo ha annunciato il direttore Dieter Kosslick

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Matthijs Wouter Knol è il nuovo capo dello European Film Market

Prende il posto della storica manager Beki Probst, che assume l'incarico di presidente di EFM e affiancherà il nuovo direttore

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Kreuzweg e Difret in Italia con Satine

Sarà la Satine Film a distribuire in Italia due delle pellicole vincitrici all’ultimo Festival di Berlino: Kreuzweg di Dietrich Brüggeman - Orso d’Argento per la miglior sceneggiatura e Premio della Giuria Ecumenica - e Difret, film dell'etiope Zeresenay Mehari coprodotto da Angelina Jolie, già vincitore del Sundance, che si è aggiudicato il premio del pubblico nella sezione Panorama

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Berlino, Chinatown

L'Orso d'oro e l’Orso d’argento per l’interpretazione maschile vanno al fosco noir Black coal, thin ice di Diao Yinan insieme al premio per il miglior contributo tecnico alla fotografia di Tui na di Lou Ye. Un trionfo cinese a conferma della forte presenza al mercato di questa cinematografia. Importante anche l’affermazione del cinema indipendente Usa che ha visto andare il Grand Jury Prize a Wes Anderson per il godibilissimo The Grand Budapest Hotel. Il talentuoso regista ha inviato un messaggio nel suo stile: “Qualche anno fa a Venezia ho ricevuto il leoncino, a Cannes mi hanno dato la Palme de chocolat, che tengo ancora incartata nel cellophane, finalmente un premio a grandezza naturale, sono veramente contento”. Delude il premio per la regia a Richard Linklater che avrebbe meritato di più


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