VENEZIA – “L’immigrazione è un aspetto della mia vita che vorrei nascondere, che a me ha portato tanto dolore e sacrifici ma che ora sta portando una cosa bella per mio figlio”. Con queste semplici e commoventi parole il padre di Gabrielle Allan Gutierrez Laderas, regista del corto A mio padre a lui dedicato, ha commentato la vittoria del figlio per la miglior sceneggiatura del premio MigrArti, un riconoscimento ideato dal MiBACT e giunto alla seconda edizione. I premi sono stati consegnati all’Italian Pavilion al Lido in una sala stracolma, a testimonianza dell’attenzione crescente verso l’ iniziativa che valorizza le culture delle popolazioni immigrate in Italia, tracciando uno spaccato dei nuovi italiani. Un progetto ideato e coordinato da Paolo Masini che ha sottolineato come gli stessi premi consegnati siano una concreta testimonianza della cultura che unisce e, al tempo stesso, un simbolo di speranza e di dolore: a partire da un disegno di una studentessa d’arte sono, infatti, stati realizzati da un ebanista di Lampedusa con il legno delle imbarcazioni con le quali sono giunti sulle nostre coste i migranti dall’Africa. “L’edizione del 2017 è stata un grande successo – ha continuato Masini – sia per la qualità dei cortometraggi finalisti che per l’attenzione del pubblico, e segna un importante passo in avanti per un progetto innovativo per parlare in modo partecipato delle culture di provenienza di tanti nuovi italiani. MigrArti è ora pronto per diventare un progetto da esportare in altri paesi d’Europa”.
La cerimonia di premiazione partita con un’originale interpretazione in chiave rock dell’Inno di Mameli, realizzata dalla Piccola Orchestra di Tor Pignattara di Roma composta da buona parte da ragazzi nati in Italia ma in attesa delle cittadinanza italiana, è stata anche un modo per ricordare che al momento lo ius soli è una legge in attesa di approvazione. Alla consegna dei premi è intervenuta anche l’europarlamentare Silvia Costa, che ha consegnato il riconoscimento per la miglior regia a Michele Cinque per il suo Jululu, viaggio musicale in un angolo di Africa nel sud Italia, nelle vaste piane coltivate a pomodoro nella provincia di Foggia. Un ghetto in cui ancora troppi sono costretti a lavorare in condizioni disumane. “E’ importante raccontare attraverso le loro voci queste persone che hanno alle spalle percorsi lunghissimi e così tanto difficili, la cui diversità non può che arricchirci tutti – ha sottolineato Silvia Costa. MigrArti si colloca in uno spazio finora troppo poco considerato, anche sui media, usando il cinema che è il più grande vettore culturale. Voglio portare l’esperienza di questo progetto in Europa, facendo vedere i corti finalisti ai miei colleghi parlamentari”. A vincere il premio come miglior film La recita di Guido Lombardi, un racconto magico che ha come sfondo il dramma di Romeo e Giulietta e che, per la giuria presieduta dal regista e scrittore Francesco Patierno, “ha saputo raccontare una storia avvincente che riesce a stratificare la narrazione su più livelli, trattando il tema dell’integrazione con eleganza ed umorismo”. Nel corto la canzone Non devi avere paura, una bella ballata pop fiera e soave, è di NELSON, vincitore anche del Soundtrack Star Award Special per le musiche di Ammore e malavita. Tutti i corti finalisti dell’edizione di quest’anno sono visibili online sul sito del Mibact e sui RaiChannel.it e, grazie a un accordo con Rai Cinema, saranno inseriti nel palinsesto di Ra1 nel mese di ottobre.
Ecco tutti i premi MigrArti 2017:
Miglior Film – La recita di Guido Lombardi
Miglior Regia – Jululu di Michele Cinque
Miglior Sceneggiatura – A mio padre di Gabrielle Allan Gutierrez Laderas e Alessio Tamborini
Miglior messaggio G2 – Figli Maestri di Simone Bucri
Menzione speciale – Interno 4 Safari Cirillo di Paolo Bianchini
Menzione speciale – La Macchia di Luca Cusani
Menzione speciale – Amore senza motivo di Paolo Mancinelli
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