LA PRODUZIONE

Otto miliardi di costo, location nei pressi di Praga (l’infanzia di Tobias), a La-Chaux-de-Fonds e Neuchatel, Svizzera francese, nei luoghi dove vive la scrittrice Agota Kristof (Ieri, in Italia, è edito da Einuadi e vale la pena di leggerlo) che ha accettato anche il drastico mutamento di segno del finale conquistata dalla poesia delle immagini di Soldini.
Brucio nel vento (guarda il sito) è una coproduzione tra Italia e Svizzera e un film internazionale nel senso migliore del termine. Anzi, forse sarebbe meglio dire apolide. E’ infatti una storia di sradicamento, quella di un giovane uomo fuggito dal suo paese per un omicidio che non ha commesso, di una donna costretta a vivere all’estero al seguito del marito e di altre tragiche figure dell’emigrazione contemporanea. E’ una storia che mescola lingue e suggestioni culturali. Giustamente la 01 Distribution ne farà circolare due copie: una doppiata in italiano (voci di Licia Maglietta, Fabrizio Gifuni e Peppe Battiston: due su tre vengono da Pane e tulipani) e una originale, parlata in francese e in ceco, che è la lingua dei protagonisti Barbara Lukesova e Ivan Franek (ha studiato a Praga, vive a Parigi e si divide tra tv e teatro delle marionette, mentre solo di recente ha trovato uno spazio importante al cinema). Infine la formula produttiva che mette insieme l’Albachiara di Lionello Cerri e Luigi Musini, Raicinema, la Vega Film e la Televisione della Svizzera Italiana, RTSI, con partecipazioni di Tele+, del programma Media e della Medusa Video.
Naturale è anche l’approdo in concorso a Berlino: e non solo perché Pane e tulipani è stato in Germania un vero campione d’incassi, guadagnando più che in Italia.