La neve sopra Berlino


S. Weaver, A. RickmanNevica fitto su Berlino, mentre un film con la neve nel titolo sta per inaugurare la kermesse lunga undici giorni, che sarà conclusa, buffa coincidenza, da un altro film fatto di tigre e di neve, quello di Benigni, il nostro comico più internazionale che campeggia da tanti poster attorno alle architetture fine millennio di Potsdamer Platz.

Sigourney Weaver è un’autistica scanzonata e gentile nell’anglo-canadese Snow Cake, un dramma sul lutto ambientato nell’Ontario e diretto da Marc Evans. E’ una donna di carattere, una che fa esattamente tutto quello che non ti aspetti: c’è una tragedia, e lei vuole ballare, sentire la musica. Riceve una torta da una vicina di casa, e con estrema naturalezza la dà al cane, perché a lei non piace… Era dai tempi di Rain Man che non si trovava un personaggio così esatto, così trasparente nelle sue reazioni, e tuttavia CinecittàNews a Berlinocosì misterioso. Sigourney, che ama Fellini e ha elogiato il talento italiano per le immagini, quello dei grandi direttori della fotografia, ha passato mesi e mesi a Wawa, in Canada in quasi totale isolamento. “Le persone autistiche che ho incontrato durante la preparazione del film racconta – non hanno filtri mentali, non hanno protezioni, non hanno membrane tra sé e gli eventi esterni. Però hanno accesso a universi che noi conosciamo poco. Ad esempio, gli autistici hanno accesso al mondo del gioco in un modo che gli adulti ‘normali’ non hanno più. Sanno vivere nel presente”. 
 
La star di Alien ha tenuto banco in un’inaugurazione, per la prima volta in diretta tv, che vedrà sfilare sul tappeto rosso del Palazzo soprattutto politici e celebrità locali, da Margarethe Von Trotta a Wim Wenders, oltre ai giurati del concorso internazionale, guidati da Charlotte Rampling, e alla giuria, nuova di zecca, per l’opera prima. A comporla c’è anche Valentina Cervi, che l’anno scorso era qui proprio come interprete di un’opera prima, Provincia meccanica.
Ma la vera novità della 56/a edizione, naturalmente, è il trasloco del mercato nei due edifici ottocenteschi del Martin Gropius Bau. A meno di un chilometro dalla vecchia postazione dell’European Film Market, collegata con navette, gli operatori dell’industria hanno trovato spazi più ampi e meglio organizzati rispondendo in massa con un incremento del 50% di presenze. Persino il Cancelliere Angela Merkel farà visita al mercato che lo spostamento dell’American Film Market da febbraio a novembre colpo di grazia per il nostro Mifed ha messo in una posizione di assoluto privilegio. 250 compagnie sono rappresentate allo EFM, con qualche new entry corposa come Lions Gate e Focus Features. All’Italia Pavilion (stand 115) trovano spazio Anica, Torino Piemonte Film Commission, Ice, oltre a numerosi venditori internazionali e a Cinecittà News. E mentre “Variety” decreta che sarà un festival dominato da tedeschi, scandinavi e francesi con poca, pochissima Italia, Adriana Chiesa, fresca di dimissioni da AD di Aip-Filmitalia, lancia dalle pagine del “Giornale dello Spettacolo”, l’idea di un mercato parallelo alla Festa di Roma. Se ne riparlerà. Certamente anche a Berlino.

autore
09 Febbraio 2006

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