‘La morte è un problema dei vivi’, la risata di Teemu Nikki ci seppellirà

'La morte è un problema dei vivi' del finlandese Teemu Nikki, in uscita con I Wonder, ci fa scoprire due personaggi che sarà difficile dimenticare: un uomo senza cervello e uno senza cuore

‘La morte è un problema dei vivi’, la risata di Teemu Nikki ci seppellirà

ROMA – Se un uomo senza cuore incontra un uomo senza cervello, quello senza cervello è un uomo morto. La regola inventata da Leone può essere tranquillamente rivisitata con cinica precisione nel nuovo film del regista finlandese Teemu Nikki. Presentato nel concorso Progressive Cinema della Festa del Cinema di Roma 2023, La morte è un problema dei vivi è un’opera brillante, a tratti geniale, che ci porta a scoprire due personaggi che sarà difficile dimenticare. Risto e Arto sono vicini di casa e amici, ma le loro vite si intrecciano per davvero solo nel momento in cui entrambi ne hanno più bisogno. Il primo sta perdendo tutto – a partire dalla sua famiglia – a causa di un’incontrollabile forma di ludopatia; il secondo ha appena scoperto di essere nato con un cervello molto più piccolo del normale, una condizione che – seppure non abbia mai avuto reali effetti su di lui – lo ha reso inviso a tutti: d’altronde chi si può fidare di un uomo senza cervello?

Risto può. O meglio deve. Dato che ha bisogno di qualcuno, disperato almeno quanto lui, che voglia seguirlo nella sua attività di becchino al limite della legalità. Smaltire cadaveri per un giro clandestino di Roulette Russe, in particolare, sembra l’occasione giusta per provare a rimettere in sesto le proprie vite, ma niente è scontato come sembra e, soprattutto, il banco vince sempre. Risto e Arto lo dovranno imparare a proprie spese.

Nel corollario di disperazione che è La morte è un problema dei vivi, la comicità grottesca di Teeemu Nikki la fa da padrone. Seppure di fronte alle situazioni peggiori che si possano immaginare – la malattia psichiatrica, la dipendenza, il suicidio, la violenza – l’approccio è quello della commedia, con un’ironia elegante e mai sguaiata. Un modo di approcciare all’arte, alla narrazione e alla vita che risulta estremamente consolatorio: “Ho scoperto che la risata è il mio scudo contro ogni male. – dichiara il regista – Rido anche in situazioni e momenti tutt’altro che divertenti. Forse è per questo che penso che l’approccio migliore ai temi oscuri nel cinema sia il tono da commedia. Finché c’è da ridere, c’è vita. Spero che La morte è un problema dei vivi possa offrire agli spettatori un’esperienza che li faccia ridere, magari piangere, e che ricordi loro di amare la vita”.

In un momento in cui il tema della ludopatia sta tornando – seppure dalla porta di servizio del mondo del calcio – sulle prime pagine dei giornali italiani, e in un periodo storico in cui la discriminazione e l’abilismo sono sotto l’attenzione di tutti, Risto e Arto sono i personaggi di cui avevamo bisogno: perfettamente complementari e squisitamente tridimensionali, nel modo in cui fanno coesistere in loro stessi crudeltà e compassione, cinismo e umanità. Caratteristiche che il cinema scandinavo, in generale, e quello di Nikki,  in particolare, riescono spesso a valorizzare.

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20 Ottobre 2023

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