La Festa del Cinema di Roma dedica la prima delle sue preaperture a uno scrittore che come pochi altri ha portato Roma, e la propria parola, in viaggio per l’Italia e per il mondo: Alberto Moravia. Moravia Off è il film documentario di Luca Lancise, prodotto da Donatella Palermo e dal regista, una produzione Stemal Entertainment, Istituto Luce Cinecittà e Lanciluc, con il Patrocinio di Roma Lazio Film Commission, che racconta l’influsso, le tracce, la persistenza delle atmosfere e di un clima interiore, il mondo narrativo di un grandissimo scrittore, nel nostro quotidiano attuale. Ma non lo fa attraverso una classica biografia (o agiografia), ma producendo nuove narrazioni, portate da chi oggi con Moravia ha un rapporto diretto – o traslato – in diversi angoli del mondo. Come se i romanzi, i reportages, i racconti di Moravia continuassero a produrre ancora nuovi racconti, romanzi, viaggi. E così vediamo traduttori della sua opera in Cina o in Egitto, uomini di teatro in Germania, ragazzi a Marsiglia e al Cairo (dove Gli indifferenti sembra rivivere nelle strade di oggi), donne e uomini a Pechino, Varsavia, a Berlino, raccontare il proprio lavoro e ancor più un’esperienza di vita vissuta, a confronto con la vita che lo scrittore ha fatto uscire dalle sue pagine.
Così vediamo maestri di cinema come Bertolucci, Maselli, Mohsen Makhmalbaf, che molto hanno ricevuto da un autore che col cinema ha avuto un rapporto viscerale, raccontare il modo in cui lo hanno restituito sullo schermo. Moravia Off ci mostra allora due aspetti paradossali: il sospetto che uno dei vertici della narrativa italiana sia caduto forse in una zona di rimozione in Italia – dopo essere stato di certo il più popolare scrittore italiano e la scoperta che nel mondo, la sua pagina è ancora molto presente, letta, agita. L’originalità del film sta nel far vivere questa pagina attraverso l’uso della comunicazione digitale: come in un lavoro di video-arte, o in un video-diario, le sue parole ci arrivano da smartphones, pc, e-mail, per dirci come un classico riesca a trasmettersi attraverso nuovi canali comunicativi, tramite generazioni nate ‘dopo’ Moravia, e come un grande narratore sia in grado di far nascere uno storytelling sempre moderno. Accanto a questi racconti personali, non mancano immagini magnifiche e commoventi d’archivio – del Luce, delle Teche Rai, di programmi TV internazionali – con lo scrittore a raccontarsi in interviste, viaggi in Africa o dentro la sua casa romana, fuori-onda, con la consueta forza espressiva, la secca potenza dello sguardo, il tentativo a ogni occasione di dare un’espressione non banale a un fatto, e ogni volta di riuscirci. E farci vedere gli oggetti del mondo da una prospettiva inattesa, ambigua, diversamente illuminata. Uno scrittore che a quasi trent’anni dalla scomparsa parla ancora di com’è fatto il nostro mondo, un film sull’atto e la meraviglia del vedere, un modo per non restare indifferenti.
L’appuntamento con la preapertura alla Festa del Cinema è il 22 ottobre, alle 18.00, alla casa del Cinema, con ingresso libero, alla presenza del regista Luca Lancise e dei produttori, che racconteranno al pubblico la realizzazione di questo personale e prezioso omaggio.
L’attore chiude gli incontri ravvicinati della Festa del Cinema di Roma, regalando risate e nostalgia e una chicca sul futuro: "Sarò il padre di Alessandro Gassman ne Il premio diretto da lui stesso. Lo conosco da quando era bambino e ora mi impressiona ritrovarlo regista, sicuro e determinato"
40mila presenze agli eventi organizzati a Casa Alice. Un successo per la sezione autonoma e parallela della Festa che ha già rinnovato per un biennio l'accordo con la Fondazione Cinema per Roma
Il regista, che ha ricevuto il Premio alla carriera da Paolo Sorrentino, ha incontrato il pubblico della Festa del Cinema, ricordando con particolare affetto l’incontro con Fellini. Lolita di Kubrick, Viale del tramonto di Billy Wilder, 8 ½ sono le tre opere cinematografiche che il regista americano ha usato per raccontarsi ancora più profondamente
Presentato alla Festa di Roma il documentario Ma l’amore c’entra?, dove la regista ha raccolto le testimonianze di tre uomini che hanno picchiato le mogli e che ora sono impegnati in un percorso terapeutico. Un documento di forte attualità che getta luce sulle radici antropologiche del femminicidio