CANNES – Come è stato accolto Parthenope di Paolo Sorrentino dalla stampa internazionale? Plauso assoluto per la giovane protagonista, Celeste Dalla Porta che per Variety “offre un’interpretazione ammaliante”. Ciò che i critici internazionali hanno colto è che si tratta, come scrive Le Figaro, “di un film sulla bellezza. Quella che di colpo ti fulmina. In un totale controcampo Sorrentino rifiuta la trivialità del mondo e ne cerca l’opposto scendendo al Sud”. Non a caso il giornalista di Le Point, dichiarando la sua “adorazione” per il film, la riferisce subito alla luce di Napoli, a Capri, insomma ciò che uno straniero si aspetta dalla “grande bellezza” italiana.
Indiewire scrive: “Una volta ancora il regista ritorna con un estasiante, sontuoso film che fa cadere i confini tra il sacro e il profano fino al punto che il sesso viene inteso come una religione e il suo opposto. Una volta di più è spinto dalle sirene della gioventù e della grande bellezza” con esplicito riferimento i due film precedenti di Sorrentino. Il tema ritorna spesso nelle recensioni estere (per The Wrap “Sorrentino crea un’altra grande bellezza in un racconto malinconico”).
Il coro però non è unanime. Per Le Monde “Parthenope è la dea della vacuità. A 53 anni il regista, disincantato descrive l’itinerario di un’eroina di plastica come un manichino”; Hollywood Reporter, pur tessendo le lodi del film, ne mette a fuoco soprattutto “gli aspetti artigianali che, come sempre, sono pregevoli e le immagini così vive e lussureggianti che minacciano di saltare fuori dallo schermo”.
Estetica a cui contribuisce, non vi è dubbio, uno dei finanziatori del film, ovvero una celebre casa di moda. A leggere fino in fondo le recensioni si avverte, in più di un caso, una sorta di rispetto per l’abilità del regista, una fascinazione per il mondo in qualche modo esotico che Parthenope attraversa nella sua vita, ma anche il senso di malinconia che pervade l’autore nel timore di una gioventù che scivola via e di una bellezza che viene contaminata dall’esistenza.
Sintetizza Variety: “È un film che risuona del ronzio della nostalgia, che cattura la sensazione di libertà giovanile ed estiva, rifiutandosi di rifuggire dalle incertezze della giovane età adulta”.
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