La città del peccato? E’ Hollywood!

Il Maestro Miller non perde occasione di scagliarsi contro l’industria cinematografica: “E’ un covo di cani affamati. Un tritacarne"


E’ Lucky Red a distribuire, il 2 ottobre in 400 copie (50% in 3D e 50% standard), Sin City – A Dame to Kill For, atteso sequel del successo del 2005, diretto dal trittico Rodriguez/Miller/Tarantino e ispirato a una celebre serie dello stesso Frank Miller. Il film, rispetto al primo episodio, è quel che si dice ‘Just more of the same’, tanto che lo si potrebbe definire come un “Sin City 1.5” piuttosto che un vero sequel. La tecnica visionaria che replica le suggestive tavole del Maestro – in bianco e nero con sprazzi di colore – è la medesima vista nel precursore, piaccia o meno, comunque una grande innovazione nell’uso del green screen e della tecnologia digitale. In più, si aggiunge una ben costruita prospettiva stereoscopica. Qualcosa cambia nel cast. Tarantino non c’è  più (del resto nel primo film aveva diretto solo un breve episodio), e alcuni personaggi cambiano volto (Dwight è interpretato non più da Clive Owen ma da Josh Brolin). Partiamo proprio da questa curiosità, dato che il personaggio cambia faccia all’interno della trama ed era possibile operare unos cambio tra i due attori, che invece non c’è stato (si è scelto di optare per semplici protesi). “Owen sarebbe stato disponibile sono per un determinato periodo – dice Rodriguez in conferenza stampa – inizialmente avevamo pensato di aspettarlo ma la prova di Brolin ci ha talmente convinti che abbiamo deciso di lasciarlo provare, ed è andata così bene che abbiamo tenuto la scena  così”.

Tornano invece nel cast Mickey Rourke, Jessica Alba, Rosario Dawson e, in un cameo, Bruce Willis. “Non è vero quel che si dice degli attori – commenta Miller – che sono star viziate e capricciose, amano il loro lavoro e hanno voglia di farlo”. L’entusiasmo di Miller vale tanto, oggi. Primo perché la Leggenda dei comics, inutile negarlo, appare visibilmente provato da una dura malattia. Bello dunque vederlo comunque lucido, combattivo e desideroso di rispondere a tutte le domande degli astanti (non solo giornalisti ma anche un po’ di pubblico e gli studenti dello IED, area cinema e new media). Secondo, perché inizialmente, ai tempi del primo episodio, non era affatto convinto di voler trasporre la sua opera in celluloide: “Non mi fidavo per niente – racconta – anzi, specificamente disegnavo allontanandomi il più possibile dal cinema, cercando di evitare inquadrature e soluzioni facilmente trasponibili. Poi è arrivato Robert e mi ha spiegato che certe cose si potevano fare, e come. Ora non gli chiedo più ‘si può fare questo?’ ma ‘come lo faremo?’. I miei personaggi nascono chiaramente dal cinema e dai fumetti che amo. Il personaggio di Eva Green nel film è la quintessenza di tutte le femmes fatales del cinema. La più terrificante, tragica e sexy. Per Marv invece (interpretato da Rourke), sono partito dall’idea di ‘Conan con un trench’. Ovvero, un barbaro, selvaggio, ma che vive in un contesto urbano”.

Personaggio non facile, anche lo stesso Miller, accusato spesso di portare avanti idee estremiste e senza mezze misure, come nel caso di Holy Terror, graphic novel del 2012 dal forte sapore anti-islamico. “Non mi scuso e non mi aspetto scuse – dice – so solo che un giorno 3.000 miei concittadini sono stati uccisi barbaramente, e quel lavoro è stata la mia reazione. Ne sono ancora orgoglioso. D’altro canto, senza i fuorilegge non ci sarebbero eroi. Non avremmo Superman, Batman o Marv”.

L’approccio di Rodriguez è sempre molto fedele all’opera originale: “A tutt’oggi è il modo migliore per trasporre un fumetto  – dice il regista – non volevo fare un adattamento. Ero io ad adattarmi alle tavole di Frank e alla sua visione così corposa ed elegante. Anche per le scene di nudo, era molto più facile spiegarle alle attrici facendo veder loro i disegni, in modo che capissero che si trattava di un aspetto artistico inscindibile dai personaggi. Per questo ci ho tenuto che Frank firmasse i film insieme a me, arrivando anche a dovermi opporre alle regole della Directors Guild, dalla quale sono uscito, proprio per questo motivo”. “Non abbiamo mai girato a Hollywood – aggiunge Miller – ma ad Austin, o a Houston. Quello è un covo di cani affamati, un tritacarne, e non ci piace l’idea che mettano le mani sulle nostre storie. I fumetti li realizza una sola persona, lì tutti vogliono mettere bocca. Ma l’unico modo per fare un buon cinecomic è restare fedeli al materiale di partenza”.

E allora, parte inevitabile la domanda. Cosa ne pensa il Maestro dei film hollywoodiani ispirati a personaggi celebri (Elektra, o il Batman di Nolan) a cui lui stesso ha contribuito a dare lustro nel corso della sua carriera? E del trailer del prossimo Batman V Superman, iconograficamente molto ispirato al suo The Dark Knight Returns? Secca la risposta: “Non li ho visti, non li voglio vedere, non mi interessano. Facessero quello che vogliono, io non ne faccio parte”.

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15 Settembre 2014

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