L’idea era nata quasi tre anni fa. Mettere nero su bianco diritti e doveri di chi va al cinema, a teatro, ma anche al circo o a sentire un concerto. Dopo mesi di lavoro, l’Agis ha varato un decalogo che impegna gli esercenti a garantire alcuni servizi e standard di qualità esenziali. Finora la “Carta dello spettatore” è stata sottoscritta da 263 esercenti, una lega che ha messo sotto lo stesso tetto il Piccolo Teatro di Milano, decine di mega-multiplex e il circo Mediano. “Un successo in cui non speravamo – ha detto il presidente Giorgio Van Straten – per i primi tempi non prevedevamo un’adesione che superasse la cinquantina di sale”.
D’altronde i vincoli imposti da questo documento non comportano né spese di restauro, né investimenti di altro tipo. Più semplicemente, chi ambisce a fregiarsi di questo marchio doc, deve avere rispetto del pubblico. Venti regole in tutto, cominciando dalla chiarezza su prenotazioni e rimborsi, senza trascurare la presenza di un responsabile pronto ad accogliere eventuali reclami. E poi un po’ di rigore nell’applicazione degli standard minimi di sicurezza o nell’abbattimento delle barriere architettoniche, come prevede la legge. Ma ce n’è anche per lo spettatore, tenuto alla puntualità e al rispetto di chi, accanto a lui, vorrebbe godersi lo spettacolo in silenzio e in un ambiente pulito.
“Per ora – ha spiegato Van Straten – non abbiamo voluto inserire l’obbligo di conformarsi a standard di confort o tecnologici, come la dimensione delle poltrone o gli impianti di amplificazione; ma questo documento rimarrà aperto e suscettibile di cambiamenti”.
Esercenti soddisfatti, dunque, ma molti consensi sono venuti anche da attori e produttori. Per sostenere l’iniziativa, alla presentazione di oggi sono arrivati anche i produttori Angelo Barbagallo e Domenico Procacci, fresco di David di Donatello, nonché proprietario di un cinema romano appena restaurato; Alessandro Gassman, Gianmarco Tognazzi e Carlo Verdone. “L’idea vincente è quella di coinvolgere il pubblico e di chiamarlo in causa per aiutare gli esercenti a offrire un servizio migliore – ha commentato il regista e comico romano – Di questo sono convinto sia come autore, sia come spettatore. Credo, però, che allo stesso tempo non vadano abbandonate tutte quelle sale di lunga tradizione che andrebbero restaurate, mentre esistono ancora intere zone d’Italia in cui mancano i cinema”.
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