Esce in 15 copie il 22 ottobre, con ASAP Cinema Network La bugia bianca, originale esperimento di Giovanni Virgilio che, con un cast italiano e un’ambientazione interamente ricostruita a pochi chilometri da Catania (presso i Viagrande Studios alle pendici dell’Etna), parla delle conseguenza della guerra in Bosnia-Erzegovina e in particolare del dramma degli stupri etnici, vissuto però dal punto di vista dei giovani, che di quella guerra sono figli .
La protagonista Veronika (Francesca Di Maggio) vive secondo ritmi regolari e rassicuranti. Università, lezioni di violoncello, i primi amori. Vive in un piccolo borgo dove tutti si conoscono. Non ha vissuto in prima persona le atrocità della guerra che nel ’92 ha investito il suo paese. Sa solo vagamente cosa è accaduto in quegli anni, nessuno ne parla mai e tanto meno i suoi genitori, che hanno costruito attorno a lei un mondo perfetto. Ma negare che il male esista non serve a farlo sparire magicamente. Nel cast, tra gli altri, Stefano Pesce e Isabel Russinova. “Questo film – racconta il regista – nasce dall’esigenza di non dimenticare quello che è accaduto ai nostri vicini di casa in un tempo nemmeno così lontano. Sembra un capitolo chiuso ma non è affatto così. Sono andato a ricercare le donne che hanno vissuto questo trauma, penso che il film possa essere molto educativo e abbia un significato particolare perché è fatto da giovani, e si rivolge ad altri giovani, perché conoscano i fatti. Ho scelto un film, e non un documentario, perché non volevo che l’atrocità e la violenza fossero mostrate direttamente. Oggi la Bosnia è un paese dove puoi andare tranquillamente, anche domani. Non volevo dare un’immagine che non risponde all’attualità. Volevo concentrarmi sulle conseguenze che la guerra ha avuto anche su chi non l’ha direttamente vissuta, perché l’orrore non si dimentica. Questo lo differenzia da altri film sull’argomento come Venuto al mondo o Il segreto di Esma. Gli ho dato volutamente anche un taglio televisivo, per poter avvicinare più pubblico possibile al tema. L’approccio è classico, uso molti piani sequenza, tutto è ricostruito, gli interni e gli esterni, come un gioco di scatole cinesi. Probabilmente anche la mia è una ‘bugia bianca’. Non sono bosniaco, e in più sono un uomo. Per questo è stato fondamentale il contributo in sceneggiatura di una donna sensibile come Annalaura Ciervo. C’era tantissima manodopera e abbiamo fatto anche formazione, con i ragazzi dell’Accademia delle Belle Arti che hanno ricostruito interamente il borgo, una piccola Bosnia di 1800 metri quadri che purtroppo è stata rasa al suolo dal ciclone del 7 novembre. E’ l’unico rimpianto che ho, mi mancano ancora 14 scene che avrei voluto girare. Il film lo dovevo fare con un milione e 224mila euro. L’ho fatto con 108mila e non mi è mancato niente. Anche mia madre mi ha molto sostenuto. E i concittadini si sono svuotati le case per aiutarmi a creare gli arredamenti. Questo però non significa che i film si possano fare sempre senza soldi. Il produttore ha impegnato casa per farlo, e tutto grazie alla passione e alla volontà”.
La pellicola è commentata dall’omonima canzone della cantautrice Erika Mou, che dichiara: “Sono da sempre sensibile alle tematiche sociali, essendo impegnata con Emergency. Stavo già scrivendo la canzone quando Giovanni mi ha contattata, e parlava del rapporto travagliato che ho con mia madre. Ho letto la sceneggiatura e mi ha stupito quanto fosse adatta”. La madre “bugiarda” (ma a fin di bene) è incarnata da Isabel Russinova: “E’ un personaggio complesso che indossa una corazza per proteggere sua figlia, che è il suo bene più prezioso – dice l’attrice – che prova un amore immenso per una creatura che, senza colpe, è figlia dell’odio. Un odio universale, che non si limita alla persona ma diventa ideale, e dunque si fa ancora più mostruoso e inumano”.
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