Alberto (Fabio Troiano) è un giovane impiegato di banca con la naturale propensione a cacciarsi nei guai. Fidanzato con la bella ma invadente e iperprotettiva Adelaide (Chiara Muti), si sente come un animale in gabbia. Anzi, come un pesce nella boccia di vetro.
Proprio il fortuito incontro con un pesciolino rosso di nome Zeus, che sembra essere dotato di intelligenza e perfino del dono della parola, lo spingerà a riflettere sulla sua esistenza e a dare una svolta alla propria vita. Naturalmente non prima di aver combinato un sacco di pasticci.
Piccola commedia sulla ricerca della libertà, Goodbye, Mr. Zeus! di Carlo Sarti, che sarà in sala con Archibald dal 25 giugno, ha vinto il Solinas della giuria con menzione speciale nel ’98, per la sceneggiatura. Ma solo ora il film, girato tra Bologna e la Svizzera, riesce a trovare realizzazione e distribuzione, prima nei capoluoghi, poi, si spera, in provincia.
“Il cinema surreale in Italia non è nemmeno contemplato – spiega il regista – anni fa Maurizio Nichetti lesse la sceneggiatura, che gli piacque, e mi disse: ‘Ma un film così, in questo paese, non riuscirai mai a farlo’. Per fortuna non gli ho creduto. E’ stato faticoso, però. Con questo progetto ho attraversato dieci anni di storia del cinema italiano. Abbiamo visto cadere governi e lo abbiamo ripresentato al Ministero più volte. Per ben due volte il film, sottoposto al giudizio della Commissione Cinema presieduta da Caterina D’Amico, è stato approvato all’unanimità, ma entrambe le volte non è stato sovvenzionato per esaurimento delle risorse finanziarie. Ora il problema è più che altro la distribuzione, perché si tende a privilegiare i film finanziati dallo Stato. Ma non voglio fare polemica. Speriamo che vada tutto per il meglio e, soprattutto, che vada male Toy Story 3“, chiosa scherzosamente riferendosi all’imbattibile colosso d’animazione che uscirà il 7 luglio.
In conferenza ci sono anche il protagonista Fabio Troiano e…Zeus, il pesciolino nella sua ampolla, anche se il regista si lascia sfuggire che non si tratta della stessa bestiolina del film.
“All’inizio mi sono sentito un po’ scemo a parlare con un pesce rosso. Se poi consideriamo che spesso la boccia era vuota e che Zeus è stato aggiunto in post-produzione, non ne parliamo – dice Troiano – Certo tutti a casa chiacchieriamo da soli, ma davanti alla macchina da presa è diverso. La chiave è stata capire che quando Alberto si rivolge al pesce in realtà parla con se stesso. E’ come quando, chiedendo consigli a un amico, alla fine lo porti a risponderti ciò che vuoi sentirti dire”.
“Non credevo di averci messo tanta psicanalisi – fa eco il regista – forse mi dovrei analizzare io stesso. Ho solo pensato a quale poteva essere l’animale domestico più indifeso e privo di mezzi di comunicazione. E poi ho pensato all’uomo, l’animale che ha conquistato la Terra. Mi sono divertito a invertire i ruoli: qui è l’uomo, in crisi, a essere l’elemento fragile. Ma entrambi, l’uomo e il pesce, mirano a riconquistare la libertà”.
Quanto al futuro il regista, che vorrebbe trarre un film dal suo libro “Centonovanta miliardi di anni dopo”, annuncia che sfruttando la formazione da paleontologo – è docente a Bologna ed esercita attivamente – sta lavorando a un progetto sullo scorrere del tempo.
Note dolenti per Troiano che rivela una polemica in atto con l’attrice Francesca Inaudi, sua collega nella celebre fiction RIS. “Il film Come trovare l’uomo giusto al momento sbagliato doveva partire a luglio, ma Francesca ha dichiarato apertamente: ‘Se Troiano fa il film, allora io non lo faccio’. Mi sembra un comportamento ridicolo”.
Bizze da star? Forse.
Ma la vera star di oggi è naturalmente il piccolo Zeus, parente stretto del televisivo Boris e del disneyano Nemo. “Abbiamo usato più di cento esemplari e a volte, per le sequenze ‘pericolose’, il pescetto veniva sostituito con una controfigura in gomma – dice ancora Sarti – Ma per le sequenze di confronto con Alberto ho voluto che l’animale fosse sempre il medesimo”.
Ma che fine ha fatto Zeus? “Alla fine lo abbiamo liberato davvero – racconta il regista – Poco prima ha cominciato ad agitarsi, buttando acqua in faccia a Fabio. E’ il taglio che ho messo nel film. Sembra incredibile ma pareva davvero che capisse. Non so che fine abbia fatto”.
“Forse è morto”, interviene il caustico Troiano.
“Forse ha distrutto l’ecosistema in Svizzera”, conclude ridacchiando Sarti.
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