La 25a edizione del Tokyo International Film Festival ha ospitato quest’anno due prime mondiali di film italiani: Nina, opera prima di Elisa Fuksas, in International Competition, e L’ultimo pastore, documentario di Marco Bonfanti sulla figura di Renato, ultimo pastore di Milano, nella sezione Natural TIFF.
La proiezione di Nina, incentrato su un personaggio femminile eccentrico interpretato da Diane Fleri, ha avuto il sold out nella sala grande del festival ed è stata accolta da grandi applausi alla presenza della regista e della montatrice Natalie Cristiani. Il titolo era stato acquisito per l’estero da Intramovies proprio durante il Festival. Le critiche hanno elogiato lo stile della regista trentunenne, in cui si possono riscontrare gli echi della formazione da architetto (mestiere in realtà abbandonato subito dopo gli studi), nell’ambientazione nel quartiere romano dell’EUR, “con un occhio concreto per la struttura e le forme”. Per Mark Adams, caporedattore di Screen Daily, “l’architettura contemporanea di Roma è il cuore di questo film girato meravigliosamente e chiamato in maniera accattivante Nina, che traccia le avventure stravaganti di una giovane donna in una Roma spopolata durante una calda estate”. Questo “interludio di vacanze romane diventa un racconto divertente e spesso commovente”, mentre “Nina scivola per le strade vuote abbracciando ciò che la vita getta su di lei”. Un film “pieno di arte ed eleganza e dolcemente giocoso”. Invece per Megan Lehmann di The Hollywood Reporter “la signorita del titolo rende seducente uno stato di giovanile incertezza. Le composizioni attentamente scolpite e un languido e contagioso stato d’animo rendono questo film un ideale prodotto art house. Il pubblico dei giovani – così come quello per cui il ricordo della giovinezza è ancora vivo – si vedranno riflessi nelle emozioni contraddittorie”. La Fuksas riesce a creare “un tono arioso grazie a una narrazione visiva, muovendosi attraverso una serie di vignette di pigri giorni e notti d’estate, mentre trasmette un senso di indefinibile inquietudine della protagonista”. Grandi lodi per l’interpretazione di Diane Fleri, definita “charming, con un sorriso contagioso, capelli corti e una passione per il cibo” e “dolce come i cannoli”. Molto apprezzata anche la fotografia di Michele D’Attanasio, che curiosamente ha firmato anche quella de L’ultimo pastore.
La scena finale del film di Bonfanti, anch’esso con proiezione sold out, con un gregge di pecore in Piazza Duomo a Milano, ha commosso il pubblico giapponese. Applausi per il regista e la produttrice Anna Godano. Stasera verrà presentato Bella addormentata, alla presenza di uno degli interpreti, Pier Giorgio Bellocchio.
“L’ultimo pastore è un inno all’umanità – dichiara Yoshi Yatabe, direttore della programmazione del festival – Sono stato catturato da Renato, ultimo pastore di Milano, dalla passione che mette in quello che fa e dall’amore che ha per il suo gregge. Credo che le scene in cui le pecore invadono l’autostrada siano uno dei momenti migliori”.
La pellicola ha il contributo della Lombardia Film Commission ed è prodotto dagli indipendenti Franco Bocca Gelsi per Gagarin e Anna Godano per Zagora, con il patrocinio di WWF, Slow Food, Kyoto Club, Unesco e ONU.
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