L’Italia a Berlino con Valeria Golino e Gianni Amelio (ma non solo)

Gianni Amelio con il documentario "Felice chi è diverso", l'attrice e regista nella giuria per l'opera prima, Edoardo Winspeare a Panorama


Gianni Amelio alla 64esima Berlinale con il suo documentario, Felice chi è diverso, invitato in Panorama Dokumente. Il film, prodotto da Luce-Cinecittà, con Rai Cinema e Rai Trade, con il contributo del MiBACT – Direzione Generale per il Cinema, e in collaborazione con Cubovision di Telecom Italia, verrà distribuito da Luce-Cinecittà nelle sale ai primi di marzo. Felice chi è diverso è, come spiega lo stesso regista, “un viaggio in un’Italia segreta, raramente svelata dalle cineprese: l’Italia del mondo omosessuale così come è stato vissuto nel Novecento, dai primi del secolo agli anni ’80. Un viaggio fatto di storie raccolte dal Nord al Sud del Paese, di chi ha vissuto sulla propria pelle il peso di essere un ‘diverso’. Racconti di repressione, censura, dignità, coraggio e felicità”.

Istituto Luce-Cinecittà al Festival di Berlino porta anche Il Sud è niente di Fabio Mollo, nella sezione dedicata ai giovani e giovanissimi (Generation). Il Sud è niente è uno dei casi internazionali dell’anno. Dopo gli inviti ai Festival di Toronto, Roma-Alice nella Città e Torino, l’exploit è confermato anche dalla partecipazione della protagonista del film, la debuttante Miriam Karlkvist, all’edizione 2014 di Shooting Stars, la vetrina organizzata dall’EFP per i giovani talenti della recitazione europei.

Valeria Golino fa parte della giuria opera prima insieme a Nancy Buirski (USA), fondatrice del Full Frame Documentary Film Festival di Durham, e al produttore argentino Hernán Musaluppi. Concorrono al premio 18 film in varie sezioni, dal concorso a Panorama. Al vincitore andranno 50.000 euro. Un po’ di Italia anche nella sezione Culinary Cinema, il programma di cinema e cibo. 15 film su cibo e ambiente saranno presentati al Martin-Gropius-Bau. Dopo le proiezioni, gli chef stellati Daniel Achilles, Matthias Diether, Michael Kempf, Tim Raue e i fratelli Roca serviranno un pasto ispirato alle pellicole al ristorante “Gropius Mirror”. In programma, tra gli altri, I cavalieri della Laguna di Walter Bencini, che parla di una cooperativa di pescatori sulle coste della Toscana. Inoltre sarà presentato anche il corto I maccheroni di Raffaele Andreassi (1957) e Natural Resistance di Jonathan Nossiter che racconta la lotta dei viticultori italiani che combattono le norme imposte dalla UE per la vinificazione difendendo le tradizioni locali. Un documentario che utilizza anche materiali d’archivio della Cineteca Bologna. In occasione della premiere lo chef Matthias Diether proporrà una sua interpretazione della cucina italiana. 

In grazia di Dio di Edoardo Winspeare sarà a Berlino nella sezione Panorama. Il film si svolge a Leuca, un paesino del Salentino, dove vivono quattro donne al tempo della crisi. Una famiglia che confeziona capi d’abbigliamento per le grandi aziende del Nord, a causa del calo della domanda è costretta a chiudere l’azienda e dopo il pignoramento della casa a trasferirsi in campagna, vivendo con pochi soldi e appoggiandosi alla comunità. I personaggi sono interpretati da attori non professionisti, Adele (Celeste Casciaro, moglie del regista) la donna che con coraggio convince la figlia Ina (Laura Licchetta) e la sorella Maria Concetta (Barbara De Matteis) a cambiare vita con il resto della famiglia ricorrendo al baratto. Il film frutto di un’originale formula produttiva ed ecologica che si ispira alla storia del film, è prodotto da Winspeare, Gustavo Caputo, Alessandro Contessa per Saietta Film con Rai Cinema, in associazione con Banca Popolare Pugliese e Luigi De Vecchi, con il sostegno di Apulia Film Commission, con il contributo dell’Assessorato alle Politiche Agricole della Regione Puglia. Main sponsor Pasta Granoro.”Sono felicissimo – ha dichiarato il regista – Fin dall’inizio volevo andare a Berlino, festival che sento molto nelle mie corde, forse anche perché ho studiato in Germania, ho fatto la scuola di cinema a Monaco. Come negli altri miei film l’elemento locale è molto forte – l’ambientazione nel Salento, lavorare con attori del posto – ma il tema è universale: la metamorfosi della crisi economica, la crisi vista come possibilità, come un nuovo inizio. È un film sulla possibilità di essere felici nonostante”.

Sezione speciale della Berlinale, “NATIVe – A Journey into Indigenous Cinema” indaga sul cinema indigeno nei suoi vari aspetti e quest’anno proporrà due film: BirdWatchers – La terra degli uomini rossi di Marco Bechis (2008) che racconta la vicenda dei Guarani-Kaiowà e l’occupazione di una piantaggione, e il neozelandese UTU Redux di Geoff Murphy. NATIVe organizza anche degli incontri di storytelling in cui il pubblico è invitato a partecipare.

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24 Gennaio 2014

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L'Orso d'oro e l’Orso d’argento per l’interpretazione maschile vanno al fosco noir Black coal, thin ice di Diao Yinan insieme al premio per il miglior contributo tecnico alla fotografia di Tui na di Lou Ye. Un trionfo cinese a conferma della forte presenza al mercato di questa cinematografia. Importante anche l’affermazione del cinema indipendente Usa che ha visto andare il Grand Jury Prize a Wes Anderson per il godibilissimo The Grand Budapest Hotel. Il talentuoso regista ha inviato un messaggio nel suo stile: “Qualche anno fa a Venezia ho ricevuto il leoncino, a Cannes mi hanno dato la Palme de chocolat, che tengo ancora incartata nel cellophane, finalmente un premio a grandezza naturale, sono veramente contento”. Delude il premio per la regia a Richard Linklater che avrebbe meritato di più


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