L’Irpinia e la rabbia dei sindaci

Gianni Amelio racconta il terremoto dell’Irpinia. Sarà presentato il 23 novembre a Lioni, una delle cittadine devastate dal grande sisma che giusto vent’anni fa colpì Irpinia e Basilicata, il documentario che l’autore del Ladro di bambini ha girato con grande passione e dedizione nei quartieri ricostruiti di Lioni, Conza e Sant’Angelo dei Lombardi. L’opera, prodotta da Luciana Castellina e presto in onda su Raitre, è l’iniziativa più importante del “calendario celebrativo” proposto da Legambiente per trasformare un anniversario tragico in un momento di riflessione. Il film di Amelio contribuisce a raccogliere voci, ricordi, testimonianze, sfoghi e contributi sulla realtà di allora, bruscamente trasformata dalla devastazione naturale, e sulla situazione di oggi, con particolare attenzione al rapporto uomo-ambiente.
A margine, una polemica rimbalzata fino al ministro dei Lavori Pubblici, Nesi, e sulle pagine del Mattino. Alcuni sindaci, non consultati dal regista durante le riprese, si sono risentiti: temono che si dia un’immagine negativa, di pura speculazione, della ricostruzione. Processo controverso, certo, ma recentemente assolto proprio dal ministro che due giorni fa, al termine di un tour nei Comuni del “cratere”, ha detto perentorio: “La ricostruzione non è stata una truffa”. “Sono polemiche ridicole – ha replicato Legambiente – che ricordano le lamentele di quei politici che, dopo la guerra, se la prendevano con il cinema neorealista perché metteva in cattiva luce l’Italia nel mondo. Accusare Amelio di rovinare l’immagine dell’Irpinia è davvero insensato”.