COURMAYEUR – Una produzione ambiziosa, partita tre anni fa con ancora fresco il ricordo del successo di Notturno bus e in una situazione economica meno tragica di quella attuale. Breve storia di lunghi tradimenti di Davide Marengo, che proprio al Noir in Festival di Courmayeur – dove passa in concorso – si è visto cambiare il titolo nella più attraente versione inglese The Lithium Conspiracy, è un film di genere dagli orizzonti ampi, che arrivano fino in Colombia, tra banche d’affari e battaglie ambientaliste, cospirazioni e intrighi internazionali, azione e sensualità. “Ma non è esattamente un bank thriller – spiega il regista – mi interessava piuttosto raccontare la storia di un uomo che si risveglia dopo un periodo in cui aveva smesso di interessarsi alle cose in cui credeva. In un mondo in cui è cambiato anche il colonialismo, perché i paesi non si conquistano, ma si comprano”.
L’uomo è il 35enne Giulio Roveda, interpretato dall’ex-commissario Manara Guido Caprino. Avvocato di una piccola banca con un piede fuori dalla porta della casa che condivideva con la quasi ex-moglie Valeria Petri (Maya Sansa), giornalista di Internazionale, che si ritrova suo malgrado a essere manovrato come una pedina in nome di interessi economici superiori, che da Torino lo portano in Sud America. Nell’ombra si muove un potente e spietato uomo d’affari (Philippe Leroy), che dietro la facciata pulita dell’innovazione energetica nasconde speculazioni legate alle catastrofi, mentre a trascinarlo nell’intrigo è la sua nuova direttrice Cecilia Swarz, una “disinvolta” Carolina Crescentini a caccia della concessione per lo sfruttamento del lago salato di Queimada, il più grande giacimento mondiale di litio, incastonato in un paese sudamericano in cui si stanno svolgendo difficili elezioni (dove uno dei partiti ha un logo molto simile a quello del Pdl, e “non è un caso”, ammette Marengo).
Un budget di 3 milioni 800mila euro e riprese in giro per il mondo con l’ausilio di Google Maps, per realizzare The Lithium Conspiracy “abbiamo corso dei rischi – spiega Marengo – e sono stato felice di farlo perché da spettatore amo i film di complotti e spionaggio, con al centro l’uomo hitchcockiano catapultato improvvisamente in un’avventura che lo aiuta ad acquisire consapevolezza”. Il film è tratto dal romanzo di Tullio Avoledo, “che da lontano ha letto e protetto il suo tradimento cinematografico” fino a spendere, a Courmayeur, parole di apprezzamento per il risultato finale e per le modifiche apportate alla storia. Mentre Marengo spiega che la “seconda lettura di riferimento per questo film è stato The Shock Economy di Naomi Klein, che spiega il meccanismo del ‘capitalismo dei disastri'”.
In uscita nella primavera 2013 con un distributore “emergente”, è spettato a Sandro Silvestri spiegare i passaggi produttivi del film: “Abbiamo iniziato a lavorarci tre anni fa, con una co-produzione con Rai Cinema che garantiva anche la distribuzione con 01. Poi sono cambiate le cose, 01 e RaiCinema si sono fuse ed è stato limitato il numero delle distribuzioni: dentro c’era anche il nostro film”. Ma, assicura Silvestri, “c’è molto interesse dall’estero e Intramovies si sta occupando delle vendite”.
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