Gli amori estivi caratterizzano le giovinezze di tutti noi, così come le cinematografie di tutto il mondo, perché tanti sono gli ingredienti che rendono le lunghe parentesi estive di adolescenti e post-adolescenti momenti perfetti per storie ricche di passione. In un paesino della Sicilia sta per arrivare quella che si prevede essere l’estate più calda degli ultimi anni. Lo sarà di certo, metaforicamente, per Lucia e Nicola, che nell’ultima stagione prima di diventare adulti (universitaria a Roma lei e prete lui), vivranno un amore tanto intenso quanto controverso.
L’estate più calda è il nuovo film di Matteo Pilati, che torna su Prime Video dopo il buon riscontro del film a tematiche LGBTQ+ Maschile Singolare. Anche questa volta l’autore affronta tematiche come la sessualità, il tradimento e i tabù in maniera esplicita, con il coraggio che gli forse gli dà la consapevolezza di stare lavorando per una piattaforma del calibro di Prime Video, dove il film uscirà il 6 luglio. “Sicuramente c’è la volontà di raccontare storie semplici in maniera interessante per il pubblico di una piattaforma che fruisce di questo contenuto con più disattenzione. – dichiara a CinecittàNews il regista – Mi piace che i miei film possano avere più livelli di lettura a seconda dell’attenzione che uno presta. Per questo secondo film credo sia avvenuta una crescita per quello che è il mio stile, per le caratteristiche che riguardano il mio linguaggio: al naturalismo, alla verosimiglianza che hanno caratterizzato Maschile Singolare, questa volta ho voluto punteggiare con uno stile più cafone, quasi camp, alcuni momenti del film, per sottolineare meglio gli stati d’animo dei sui personaggi”.
Fisico atletico, pelle abbronzata, simpatia, socievolezza, abilità musicali: Nicola, interpretato da Gianmarco Saurino, è il prototipo del giovane “sciupafemmine”. Se non fosse per la sua vocazione. Nelle sue condizioni, il colpo di fulmine con Lucia può essere una salvezza o una maledizione, toccherà a lui prendere una delle due strade, guidato dai consigli del simpatico prete locale interpretato da Nino Frassica. “Quello che ha reso il mio lavoro interessante, – afferma Saurino – e che mi ha convinto ad accettare di fare questo film, è stato cercare di rendere questa storia qualcosa che prescinde dal racconto estetico, dal racconto di due persone che decidono di innamorarsi e stare insieme. È una cosa già vista e già raccontata. Secondo me la cosa più bella di questo personaggio è vedere come si divide tra l’amore per Dio e l’amore per una donna. Quanto conflitto e quanta difficoltà c’è in questo. E se siamo riusciti a raccontare questa difficoltà, abbiamo fatto bingo. Il lavoro di preparazione, anche sulla sceneggiatura, verteva proprio sul cercare di dare a questo personaggio questa complessità qua, il resto va nelle mani del pubblico”.
Poi c’è Lucia, interpretata da Nicole Damiani, il cui conflitto non è da meno. Non solo perché è in procinto di andare a convivere con il suo ragazzo Omar, ma anche perché la sua migliore amica Valentina (Alice Angelica) si è innamorata all’istante del futuro prete, con cui ha deciso che vuole a tutti i costi perdere la verginità. Se da una parte c’è il tradimento di un principio morale e spirituale, dunque, dall’altra c’è il tradimento degli affetti terreni. Valentina, in particolare, si trasformerà presto in una vera e propria antagonista, spinta dal personaggio impiccione interpretato da Stefania Sandrelli.
Le due giovani attrici sono al debutto in un lungometraggio e hanno dovuto gestire due ruoli non semplici, soprattutto perché scritti in maniera cruda e realistica. Lucia e Valentina, così come gli altri comprimari loro coetanei, infatti, sono rappresentati come impulsivi, a volte volgari, guidati dalle pulsioni irrefrenabili e dall’ingenuità della loro età. “Il rapporto tra di noi è nato da subito, non c’era bisogno di nessuna costruzione dietro. – afferma Nicole Damiani – Si è creata subito la chimica giusta per lavorare insieme e dare complicità a questi due personaggi. Ci siamo aiutate a vicenda, io ho preso molto dal siciliano di Alice, dalla sua musicalità. Perché lei è davvero palermitana, io sono napoletana”. “Abbiamo restituito il reale, con quelle fasi che si trovano in ogni rapporto d’amore e d’amicizia. – aggiunge Alice Angelica – Abbiamo un po’ riportato quello che vivevamo fuori dal set, quello che abbiamo imparato a conoscere da noi. È stato facile incastrarsi e quindi poi restituire qualcosa che era nato spontaneamente”.
L’estate più calda è una commedia che ha dalla sua la schiettezza di un racconto che non si imbarazza davanti alle contraddizioni che si vivono in amore, soprattutto quando si è giovani. Un film intrigante che trascina fino alla fine, per scoprire se e come i suoi protagonisti riusciranno a risolvere l’impiccio in cui si sono cacciati. Un guaio all’apparenza molto grave, ma che poi si rivela, come sempre accadde in quell’età, una fondamentale occasione per crescere e per conoscere se stessi.
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