Andy e Lana Wachowski sono certamente tra coloro che hanno maggiormente rivoluzionato il modo di fare cinema di genere, dal 2000 a oggi. L’hanno fatto, c’è da dire, fondamentalmente con un solo film, il Matrix uscito nel ’99 che con il suo visionario e apocalittico ritratto di un mondo virtuale eppure dannatamente tangibile è rimasto talmente impresso nella mente degli spettatori da offuscare la fama dei suoi stessi creatori. A parte i due sequel, Matrix Reloaded e Matrix Revolutions, non amati come l’originale, i due ex ‘fratelli’ (oggi, dopo il cambio di sesso di Larry, divenuto Lana, preferiscono farsi chiamare Starship Wachowski, ovvero “Astronave Wachowski”, anche perché si è aggiunto un terzo autore, Tom Tykwer) hanno rilasciato, di significativo, solo Speed Racer, nel 2008, film di corse futuristiche ispirato a un manga giapponese, dedicandosi poi per lo più alla produzione, come nel caso di V per Vendetta e Ninja Assassins.
Per questo, Cloud Atlas, loro nuova fatica, in uscita il 10 gennaio con Eagle Pictures, è un film attesissimo. Tratto dal romanzo L’Atlante delle nuvole di David Mitchell, è una complessa orchestrazione fantascientifica che intreccia sei storie ambientate in luoghi e tempi diversi. I temi ricorrenti nel film, così come nel romanzo, sono la reincarnazione e il destino, che legano indissolubilmente i personaggi e le situazioni dei sei episodi attraverso numerosi richiami e citazioni interne. Difficile riassumerlo in poche righe, per cui meglio affidarsi alla sinossi ufficiale: “Un’epica storia del genere umano nella quale le azioni e le conseguenze delle vite si intrecciano attraverso il passato, il presente e il futuro, come una sola anima è trasformata da un assassino in un salvatore e un unico atto di gentilezza si insinua nei secoli sino ad ispirare una rivoluzione”.
I registi hanno consigliato agli attori di immaginare i loro ruoli come un “ceppo genetico”, piuttosto che come singole parti. Spesso il medesimo interprete ricopre più ruoli all’interno della trama globale. Nel cast, ricchissimo, ci sono star internazionali del calibro di Tom Hanks, Halle Berry, Hugo Weaving, Hugh Grant, Susan Sarandon, solo per citarne alcuni.
Dal 1839 agli ipotetici futuri del 2144 e del 2321 – uno distopico, l’altro post-apocalittico – si intrecciano storie di discriminazione razziale e sociale, temi ambientali, noir, riflessioni sulla senilità, avventura, esplorazioni esotiche e moltissimi altri elementi.
Un viaggiatore riluttante attraversa il Pacifico nel 1850; un compositore diseredato vive un esistenza precaria tra le due guerre in Belgio; un nobile giornalista si districa nella California governata da Reagan; un vanitoso editore si mette in fuga dai suoi creditori malavitosi; un geneticamente modificato “servitore di cene” finisce nel braccio della morte, un giovane delle isole del Pacifico assiste al tramonto della scienza e della civiltà. Speriamo di essere riusciti, seppur vagamente, a rendere l’idea di quanto sia complessa la struttura di questo colosso di quasi tre ore.
Il film è rimasto per lungo tempo avvolto nel mistero. A dicembre 2011 è stata pubblicata la prima foto ritraente i Wachowski e Tykwer insieme a degli oggetti di scena utilizzati nelle sei storie. Dopo molti mesi di totale silenzio, interrotti da sporadiche interviste a Grant e Weaving, il 25 luglio 2012 sono state pubblicate due foto ufficiali a cui ne sono seguite altre. Il primo trailer del film, della durata di cinque minuti, è uscito in forma non ufficiale il giorno successivo, il 26 luglio, fino alla proiezione in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival, con dieci minuti di applausi al termine della visione, e al Fantastic Fest di Austin con una proiezione a sorpresa per i fan, in presenza di Lana e Andy. Il 29 ottobre 2012 è stato diffuso online il primo trailer italiano del film, della durata di ben cinque minuti.
A prestare a Lana Wachowski una copia del romanzo è stata Natalie Portman, inizialmente opzionata per un ruolo chiave (quello della ‘fabbricante’ Sonmi-451, una sorta di androide) che poi ha dovuto lasciare in favore di Bae Doona a causa della gravidanza.
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