BERLINO – Arriverà in Italia dal 21 marzo con la Universal il documentario Montage of Heck, il primo film autorizzato dalla famiglia del frontman dei Nirvana Kurt Cobain, morto suicida nel 1994 a soli 27 anni. Prodotto dalla figlia Frances Bean, artista visiva oggi 22enne, il potente documentario è firmato dal regista Brett Morgen, primo uomo ad avere avuto accesso al ricchissimo patrimonio di audio e video lasciato da Cobain alla figlia e alla moglie, la cantante Courtney Love. Arrangiamenti e canzoni inedite, 4.000 disegni e bozzetti, note e lettere, un audio-diario (il “montage of heck” del titolo) per anni inaccessibili agli stessi familiari. “Frances è cresciuta odiando la madre e i Nirvana. Prima che girassi il film non aveva mai voluto vedere un solo fotogramma di quelle immagini – ha spiegato Morgen a Berlino – E non faccio fatica a capirla. Quando ci siamo conosciuti mi ha stretto la mano, ha chiesto il mio nome e poi mi ha detto: ‘posso dire di conoscere meglio te di mio padre'”. Superate le resistenze iniziali di Frances Bean, che hanno tenuto il progetto in stand by per otto anni, Morgen ha potuto iniziare un lungo lavoro di raccolta e selezione del materiale, “cercando di non indulgere nel mito di Cobain. L’idea anzi era quella di mettere da parte il mito e scoprire l’uomo. Una persona bellissima, che nessuno fino a oggi aveva mai mostrato”.
Preziose e strazianti, in questo senso, le sequenze di Cobain e Love alle prese con la loro quotidianità tossica, immortalata da una serie di video amatoriali girati dalla coppia. “In quelle immagini c’è amore. Ci sono due persone che vivono in simbiosi, che ridono, che si amano. E ovviamente c’è anche l’eroina. Quello che non c’è è invece l’immagine che la stampa ha restituito per anni della coppia: Kurt manipolato da una donna più carismatica e forte di lui”. Esclusa per volontà della figlia dalla produzione del film, ma assai presente nella pellicola, Love ha voluto accompagnare il film alla Berlinale. “La prima volta che l’ha visto ha pianto ininterrottamente per tutta la durata della proiezione. È stata lei a insistere per vederlo di nuovo, qui a Berlino. Dice che il film la fa sentire vicina a Kurt come non accadeva da vent’anni”. Inutile, secondo il regista, cercare nuove spiegazioni o responsabilità per la scomparsa del cantante: “Cobain si è suicidato al termine di una lunga battaglia, quella contro l’eroina, che era ormai convinto di non riuscire a vincere. Courtney Love nel film lo dice francamente. Qualsiasi opinione si abbia di lei, è pur sempre la vedova di un uomo che ha scelto di togliersi la vita. E che da vent’anni combatte contro il dolore. E contro un grandissimo senso di colpa”.
Il film sarà presentato al Bif&st di Bari prima dell’uscita in sala.
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