TORINO – Un mistery alla Agatha Christie o alla Signora in giallo – direttamente citato in una scena – chiude il 37° Torino FF. E’ Cena con delitto Knives Out scritto e diretto da Rian Johnson con supercast in cui spiccano Toni Collette, Jamie Lee Curtis, Chris Evans, Don Johnson, Michael Shannon, tutti impegnati a dare ai rispettivi personaggi, membri di una stessa famiglia, tratti ambigui, snob e inautentici, con una venatura umoristica se non ridicola.
La vicenda si svolge principalmente in una sontuosa dimora di campagna piena di mobili, oggetti e suppellettili, con scale scricchiolanti e false finestre, dove vive l’affermato giallista Harlan Thrombey (Christopher Plummer) con la sua numerosa famiglia: il figlio che si occupa (male) del suo enorme patrimonio letterario, la nuora salutista e spendacciona, la figlia maggiore tutta d’un pezzo, il nipote scapestrato e playboy. L’anziano scrittore ha appena festeggiato l’85° compleanno, quando viene ritrovato con la gola tagliata. Sembra che si sia sgozzato da solo, strano metodo per un suicidio. Ma mentre la polizia locale è convinta ad archiviare il caso, il sagace investigatore privato Benoît Blanc (lo 007 Daniel Craig in versione sudista e azzimata) che un anonimo ha incaricato di indagare inviandogli una cospicua somma di denaro, non ci crede. Inizia così l’indagine, con il classico interrogatorio di tutti i presenti, compresa la dolce e bella infermiera uruguayana molto vicina al defunto (Ana de Armas). Tutti hanno un movente per l’omicidio, tutti tranne lei. Almeno apparentemente. Ma le sorprese si moltiplicano fino all’apertura di un testamento clamoroso, che disereda gli avidi membri della famiglia provocando incredulità e reazioni scomposte.
Girato a Boston e dichiaratamente ispirato a classici come Un rebus per l’assassino, Assassinio sull’Orient Express, Invito a cena con delitto, il film conferma il talento del regista e sceneggiatore Rian Johnson (Looper, Star Wars: Gli Ultimi Jedi) con la serrata e verbosa vicenda di odi, rivalità e ambizioni smodate. Non sarà che il defunto ha voluto costruire l’ultimo dei suoi incredibili intrighi anche per dare una lezione ai parenti?
“Volevo fosse davvero un film moderno, divertente, pieno di idee nuove e di intrighi e soprattutto incentrato sulle dinamiche familiari”, afferma Rian Johnson che tenta di esplorare le relazioni sociali, compreso il tema degli immigrati clandestini negli States, attraverso il labirinto del giallo da risolvere. “Le storie di Agatha Christie – spiega Johnson – rispecchiavano la società britannica del tempo. Questo elemento tende a non essere recepito oggi, con tutti quei maggiordomi e colonnelli. Si dimentica che in quel periodo storico erano dei riferimenti attuali per tutti i livelli della società. Quindi per me era stimolante l’idea di usare questo genere cinematografico per guardare all’America contemporanea e all’umanità che ci circonda”.
Notevole la villa che ospita il delitto, una location appena fuori Boston costruita nel 1890, nello stile architettonico sfarzoso del revival gotico, una casa di famiglia che non ha mai cambiato proprietari, in stile castello medievale, e che non ha nulla da inviare alle dimore inglesi del giallo classico.
Dopo il Torino FF, il film sarà distribuito dal 5 dicembre da Leone Film Group e Rai Cinema.
Selezionato all’interno di una rosa di 8 candidati, tutti di altissimo livello, è stato nominato all’unanimità dai vertici del Museo Nazionale del Cinema, il Presidente Enzo Ghigo e i membri del Comitato di Gestione Annapaola Venezia, Gaetano Renda, Giorgia Valle e Paolo Del Brocco. Rimarrà in carica per due edizioni del Festival, con possibilità di rinnovo
Il Torino Festival Festival si è appena chiuso e anche quest’anno Intesa Sanpaolo è stata Main Sponsor di uno degli appuntamenti più attesi del cinema italiano, che per questa 37sima edizione – intitolata “Si può fare!” – Dal dottor Caligari agli zombie” ha voluto rendere omaggio all’horror classico dal 1920 al 1970
Emanuela Martini non sarà più direttrice del Torino Film Festival. L'ha reso noto il presidente del Museo del Cinema Enzo Ghigo a margine degli Stati generali della Fondazione Crt. "Continuerà a collaborare con noi perché è una professionalità che non vogliamo perdere", ha detto Ghigo. "Il nome del nuovo direttore lo conoscerete prima di Natale", ha aggiunto
Le cifre restano in linea con quelle della precedente edizione "a conferma della rilevanza e del livello che il Torino Film Festival mantiene nel panorama dei festival cinematografici italiani"