Kiarostami: farò un film in Italia


“Un film da girare in Iran e uno che vorrei cominciare in Italia già questa estate. Gli accordi produttivi non sono ancora conclusi e non voglio dire di più. Magari sarà ancora con Fandango. Mi piacerebbe mantenere la mia lingua originaria, ma anche su questo si vedrà qual è la migliore soluzione”. Abbas Kiarostami è a Roma per Tickets diretto a sei mani con Ermanno Olmi e Ken Loach, già presentato all’ultimo Festival di Berlino, in sala con Medusa dal 25 marzo. Classe 1940, laureato in belle arti a Teheran, il maestro del nuovo cinema iraniano divide il suo tempo tra la Persia, Londra e i lunghi viaggi. “All’origine di Tickets – rivela Kiarostami – doveva essere una serie di documentari e io proposi di dividere il lavoro con due grandi maestri del cinema europeo che stimavo profondamente pur non avendoli mai conosciuti di persona. Dopo il loro assenso e un primo incontro è stata tale la sintonia di pensieri che ci è venuta voglia di orchestrare su un’unica storia la tavolozza di stili e pensieri che ciascuno poteva mettere a disposizione. L’idea di partenza è stata di Olmi, poi ciascuno ha lavorato separatamente con il solo impegno di far coincidere gli snodi drammaturgici in maniera che lo spettatore potesse seguire un’unica storia con molti risvolti”. E prosegue: “Spetta ai critici e agli spettatori dirci se alla fine abbiamo realizzato un film a episodi o il nostro progetto originario. Per parte mia rifletto sulla soddisfazione di aver saputo dimostrare che in un comune quadro di idee condivise e di desiderio di fratellanza, storie, volti e paesaggi non sono tanto diversi alle varie latitudini che perfino l’ostacolo della lingua può essere facilmente superato da un comune idioma che si chiama desiderio di umanità e che il tema del viaggio riassume bene il percorso di tolleranza che oggi è richiesto a ciascuno di noi. L’importante è conservare un approccio universale”. 

autore
10 Marzo 2005

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