Amburgo 1945: 5 mesi dopo la vittoria degli Alleati. Lo scheletro urbano della città, bambini che saltellano sulle macerie, la neve che cade dal cielo e un treno, da cui scende una donna, Rachael, ovvero Keira Knightley. Sul binario l’attende il marito, il colonnello Lewis Morgan, l’attore Jason Clarke.
L’arrivo della coppia britannica nella loro casa rivela a Rachael la sorpresa della “convivenza” con un uomo – Alexander Skarsgård e la di lui figlia adolescente, Freda: loro sono i Lubbert. Nella casa, oltre ai due tedeschi, c’è anche un pianoforte Steinway, strumento che Rachael sa strimpellare, e che la moglie di Lubbert sapeva suonare.
È aprendo un po’ distrattamente il portasigarette metallico del marito che Rachael ci introduce nel suo passato e così s’innesca lo snodarsi della storia: all’interno c’è una fotografia di lei, con un bambino che festeggia il compleanno. L’ampio divaricarsi affettivo tra moglie e marito è proprio lì: c’è distanza nell’approccio verso la scomparsa del piccolo Michael, un bambino morto sotto la propria casa il 2 luglio ’42 a causa di una bomba. Lei vive con drammatica emotività la perdita, il marito con lucida razionalizzazione, approccio contrastante e che accende, con il vedovo Lubbert, una passione amorosa, scatenata probabilmente anche dal comune dolore, come in una sorta di mutuo soccorso empatico.
Da due famiglie distrutte dalla guerra, sembra così se ne possa costruire una nuova, quella di Rachael, Lubbert e Freda, eppure il colpo di scena lo detta Lewis, che ha chiesto e ottenuto il rientro in patria, la Gran Bretagna. Su quello stesso binario in cui la donna era scesa al suo arrivo ad Amburgo, dove adesso lei, Lubbert e la figlia stanno prendendo il treno verso una nuova vita, la signora Morgan non riesce a salire: il passato è troppo determinante per lei, non riesce ad essere metabolizzato dallo slancio di un nuovo amore, e il legame con chi, Lewis, ha comunque condiviso con lei il lutto genitoriale rimane l’unico modo per far sopravvivere la memoria del piccolo Michael scomparso. È l’empatia per il comune dramma ad unire.
Il film affida ad una sofferente Keira Knightley un ruolo intenso, che bene personifica con complicità il convincente amante, Alexander Skarsgård, non meno tormentato ma al tempo stesso pervaso di dolcezza: è il regista James Kent (Testament of Youth e The white Queen) a dirigere questo film molto basato anche sulle atmosfere del dramma postbellico, in cui la casa e i suoi interni sono altrettanto protagonisti.
La conseguenza, che vanta come produttore esecutivo Ridley Scott, esce in sala dal 21 marzo, distribuito da 20th Fox Italia.
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